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Mori (Pd): "Le italiane stanno perdendo diritti, il Governo dia loro voce e rispetto"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Una «forte preoccupazione» per l’arretramento della condizione femminile su autonomia economica e diritti acquisiti, violenze subite, irrilevanza in termini di condizionamento dell’agenda politica. La esprime a nome delle colleghe presidenti Roberta Mori, terminati i lavori della Conferenza Nazionale delle Commissioni regionali di Pari opportunità a Palazzo Regio, al centro i recenti provvedimenti assunti dalla Regione Sardegna quali la doppia preferenza di genere nella normativa elettorale e il reddito “di libertà” per uscire dalla violenza.image

«In Italia cambiano i governi e le maggioranze ma una cosa resiste al cambiamento: il mancato coinvolgimento delle donne nelle politiche che impattano sulla loro vita» – è l’amaro commento della coordinatrice e presidente Commissione Parità della Regione Emilia-Romagna a fronte delle prospettate riforme sul Diritto di famiglia e sui sostegni alla maternità in assenza di qualunque confronto.

«Le proposte contenute nel Disegno di legge Pillon richiedono una riflessione ben più ampia e approfondita – sottolinea Mori – poiché rischiano di minare lo sviluppo armonico di bambine e bambini figli di coppie separate, aggravare i costi della separazione compresi quelli immateriali per il coniuge più debole, ignorare una realtà discriminatoria per le donne.»

«Le donne italiane non hanno bisogno di paternalismo quanto di concretezza e ascolto, voce e rispetto» secondo Mori, «mentre al contrario assistiamo solo ad una deriva violenta e muscolare del linguaggio.» Inoltre, con un’occupazione femminile nazionale sotto il 50% e una rappresentanza di donne nelle istituzioni locali e regionali che in media non supera il 20% «il Paese non va da nessuna parte», è il ragionamento. «Per questo chiediamo l’apertura di un confronto di merito su politiche strutturali di vero cambiamento, adeguate a liberare il potenziale femminile inespresso a beneficio dello sviluppo economico, sociale e civile – rilancia la coordinatrice nazionale.

I temi su cui intervenire con urgenza sono misure di prevenzione dei femminicidi, educazione e contrasto agli stereotipi discriminanti, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, incentivazione, agevolazione, sgravi che colmino l’inaccettabile gap occupazionale e retributivo che frena la ripresa e sta negando opportunità a tante giovani donne.«Cogliendo una preoccupazione sociale che sta crescendo e si sta già mobilitando – è la conclusione della presidente Mori- la Conferenza nazionale chiede ai rappresentanti del Governo e del Parlamento un confronto pubblico concreto con le donne e per le donne, preliminare a qualunque modifica di norme o conquiste di equità sociale.»nsr

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