"Avevo trent'anni quando ho capito di aver subito una violenza sessuale. Ventidue anni dopo che mi accadesse". Lo racconta Sameera Qureshi, educatrice sessuale dell'associazione Heart Women & Girls, organizzazione che promuove la salute sessuale all'interno delle comunità musulmane.
Tra gli impegni dell'associazione, c'è quello di educare alla consapevolezza: capire di aver subito una violenza sessuale resta il primo passo per liberarsi dalla trappola, ma anche il più complicato da compiere. Specialmente nel contesto familiare, in cui sono tanti i fattori d'inibizione per una donna, che tende a sottovalutare la gravità della violenza subita.
HDFree Imageislamofobia, poi, è un ulteriore fattore di inibizione per le donne che vogliono denunciare: alcune temono che accusare individui della stessa comunità possa contribuire alla diffusione di sentimenti anti-islamici, collaborando in prima persona a sporcare l'immagine degli uomini musulmani.
A maggior ragione se si tratta di un religioso con un largo seguito sui social media, come un imam: "Per le persone è difficile vederlo, non esiste un'alfabetizzazione alla violenza sessuale. Non ci viene insegnato a contestare l'autorità, specialmente se con barba, cappello e milioni di followers su Youtube".
I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.