Onu delle Religioni? C'aveva già pensato Zapatero (con Erdogan)
Shimon Peres, presidente emerito d'Israele, 91 anni, va dal Papa e gli propone di diventare presidente dell'Onu delle Religioni, una sorta di grande organizzazione dotata di "Carta delle Religioni unite" che dovrebbe servire per ribadire che "sgozzare la gente o compiere eccidi di massa non ha nulla a che vedere con la religione". Idea pregevole, benché sia arduo anche solo pensare che John l'inglese si redima e non macelli più uomini vestiti d'arancione solo perché una "Carta delle Religioni unite" dice che così non si fa. Il Papa, prudentemente ed elegantemente, ha fatto sapere all'interlocutore che questioni di tale natura competono agli organismi preposti, non impegnandosi personalmente.
Ma la proposta di Peres non è una novità assoluta. Due mesi fa era stato l'ex premier socialista Zapatero a presentarla nel corso di un simposio all'Università Nebrija di Madrid, di cui il Foglio aveva dato conto. Zapatero chiedeva una "alleanza permanente tra le confessioni religiose", da raccordare all'Onu e a una "alleanza delle civiltà". Roba vecchia, l'allora primo ministro ne aveva già parlato nel lontanissimo 2005, davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di New York. Come braccio destro del nuovo organismo puntava su Recep Tayyip Erdogan, ora presidente della Repubblica di Turchia. Due i pilastri principali, spiegava Zapatero, attorno a cui costruire l'alleanza: "il rispetto per il pluralismo religioso, la pace e la libertà" e la "condanna di ogni forma di violenza". Una volta fatto questo e "risolta la questione mediorientale", l'agenda potrà aprirsi ad altre questioni impellenti. Quali? "Diritti delle donne, giovani, media, fenomeni migratori, educazione".