Il tribunale: «Sesso dopo i 50? Per le donne è meno importante»
in portoogallo
Milano, 4 novembre 2014 - 13:22
Non solo per 20 anni ha dovuto rinunciare a una normale vita sessuale, ma nel momento in cui ha ottenuto giustizia dallo Stato è stata umiliata amaramente. Maria, una donna portoghese di 69 anni, vittima della malasanità portoghese, a causa di un intervento chirurgico “pasticciato” che le ha negato per sempre la possibilità di avere rapporti sessuali, ha visto ridurre il risarcimento economico ottenuto precedentemente perché secondo la Corte suprema amministrativa lusitana «il sesso per una donna dopo i 50 anni è meno importante». La sentenza ha suscitato l’indignazione dei gruppi femministi che hanno definito il verdetto «sessista e classista».
I fatti
Nel 1995 l’ex donna delle pulizie, su consiglio del suo medico, si sottopone a un intervento chirurgico alla clinica Alfredo Da Costa di Lisbona per rimuovere delle ghiandole che secernono i fluidi per la lubrificazione vaginale. L’operazione - a detta del suo dottore - è semplice e la donna potrà tornare a casa la sera stessa. Ma qualcosa va storto e Maria non solo resta incontinente, ma non riesce ad avere più rapporti sessuali senza avvertire un forte dolore. Dopo una lunga battaglia legale, Maria ottiene un risarcimento di 172.000 euro. Tuttavia la clinica fa appello e nei giorni scorsi arriva la sentenza della Corte suprema amministrativa che riduce il compenso a 111.000 euro sottolineando che al momento dell’operazione Maria «era già madre di due figli e aveva 50 anni, età in cui il sesso per una donna non ha la stessa importanza di quando si è giovani».
Polemiche
Il verdetto ha diviso l’opinione pubblica lusitana e al dibattito hanno partecipato eminenti personalità pubbliche del paese. João Gama, professore di diritto all’Università cattolica di Lisbona ha detto che la sentenza della Corte riflette un pregiudizio sessista e socioeconomico (il fatto che la donna sia una semplice donna delle pulizie non l’ha aiutata) e ha ricordato che recentemente lo stesso tribunale amministrativo ha risarcito abbondantemente un ricco uomo di mezza età a cui era stata asportata erroneamente la prostata: «Il mio punto di vista - ha tagliato corto il professore - è che i giudici valorizzano la vita sessuale degli anziani, solo se sono ricchi e maschi». Anche le associazioni femministe portoghesi hanno tuonato contro «la vergognosa sentenza maschilista». «Questo è un esempio di come i più alti livelli della giustizia portoghese - ha detto Rosa Monteiro, vice presidente di APEM (Associazione Portoghese sugli studi delle donne) - insistono e persistono nel negare i più elementari diritti delle donne che invece dovrebbero tutelare». L’avvocato di Maria, Parente Ribeiro, ha dichiarato che presenterà una nuova azione legale contro lo Stato per riaprire il caso e impugnerà la sentenza davanti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo.
4 novembre 2014 | 13:22
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