Paola Sibille, una donna che rimarrà nella storia - Quotidiano online della provincia di Cuneo
La storia di Paola Sibille è una storia di una passione pressoché unica e forte, perché è nata nel cuore di una ragazzina. Era il 14 settembre del 1943, non erano ancora riprese le scuole (quell’anno drammatico sarebbero cominciate a metà novembre) e lei, figlia del capostazione di Saluzzo, originario della val di Susa, assistette, quel giorno, al terribile spettacolo delle SS che caricavano i soldati italiani sui vagoni bestiame per la deportazione. Qualche soldatino tentò la fuga e uno riuscì a nascondersi nell’alloggio del capostazione; proprio nelle settimane scorse il figlio del soldato sopravvissuto ha scritto in municipio per cercare di stabilire un contatto con la famiglia salvatrice. Purtroppo il destino ha voluto che a breve distanza mancassero i due protagonisti.
Lo spettacolo della crudeltà tedesca, assieme con la lettura della storia risorgimentale, produsse in Paola un’emozione fortissima, un sentimento di sdegno che la spinsero nei mesi successivi a dedicare tutte le sue forze alla lotta di liberazione. Che cosa poteva fare una ragazzina per combattere contro i nazifascisti? Non poteva certo imbracciare le armi ma svolgere la funzione pressoché insostituibile, quella della staffetta. Con il suo volto bello e pulito, inforcando la bicicletta, poteva attraversare le linee e portare i messaggi del Cln di Saluzzo ai vari distaccamenti e comandi partigiani delle vallate. Nacque così OMBRA, il suggestivo nome di battaglia che la vide protagonista di decine di missioni rischiose, perlopiù compiute di pomeriggio, mentre al mattino continuava la sua normale vita di scolara. Fu proprio a scuola che seppe da una compagna di classe, la figlia del direttore della Castiglia, ai primi di aprile del 1945, dell’intenzione dei tedeschi di deportare gli ultimi detenuti politici presenti nel carcere di Saluzzo. Cosi i partigiani organizzarono la liberazione dei prigionieri la notte del 14 aprile. Nei giorni della Liberazione, Paola è parte attiva dei gruppi di difesa della donna. Nella foto che la ritrae, il 29 aprile del 45, proprio a Saluzzo con un gruppo di donne, appare determinata, sguardo deciso, posa da guerriera. Che manterrà sempre nella vita, nelle battaglie per i diritti delle donne, nell’Udi, nell’ambiente di lavoro, in politica. La sua figura sottile, giovane, immortalata in fotografia, fasciata in un tailleur austero, come austera e onesta sarà sempre la sua condotta, lo sguardo penetrante, rivolto all’interlocutore, con la curiosità e l’entusiasmo che l’hanno sempre contraddistinta: questa è l’immagine che Paola lascia. Orgogliosa di fregiarsi della qualifica di partigiana combattente 15ma brigata Garibaldi Saluzzo, come ribadirà nell’intervista che l’ISCA (l’Istituto di Cultura alpina) le ha fatto nel 2009: “Il 25 aprile…quelli sono stati giorni di passione”. Il suo testamento spirituale: etica e passione civile.
Livio Berardo, presidente dell’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo