WeWorld a Napoli contro la violenza di genere
WeWorld, organizzazione no profit che da oltre 15 anni garantisce i diritti dei bambini e delle donne più vulnerabili in Italia e nel Sud del Mondo, mercoledì 4 febbraio presenta al Comune di Napoli il proprio intervento di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza contro le donne. All’incontro: Roberta Gaeta, Assessora alle Politiche Sociali, Stefano Piziali, WeWorld e Monica Musitano, Cooperativa Obiettivo Uomo.
Il progetto rientra nella strategia nazionale di WeWorld che punta a prevenzione e sensibilizzazione come strumenti essenziali per far partire l’indispensabile cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, che in Italia ha numeri allarmanti. Nel nostro Paese una donne su tre subisce violenza nell’arco della propria vita e ogni tre giorni una donna viene uccisa dal proprio partner!
Senza contare che quasi il 90% delle donne non denuncia gli abusi subiti. Per paura di ritorsioni o di non essere credute. WeWorld crede che sia indispensabile far emerge il sommerso di questo fenomeno e offrire un aiuto concreto alle vittime di violenza.
Per questo siamo presenti all’interno dei Pronto Soccorsi di tre Ospedali Italiani (Roma, Genova e Trieste) con sportelli SOStegno Donna aperti 24 ore su 24, sette giorni su sette per proteggere la vittima di violenza, non solo somministrando le cure necessarie al riparo dal controllo del maltrattante ma permettendo di riconoscere e affrontare efficacemente la violenza attraverso la presa in carico d’urgenza e l’indicazione dei servizi di supporto sul territorio. Oggi il nostro intervento continua e saremo presenti anche nei quartieri più problematici.
Apriremo centri diurni destinati alle donne a rischio di violenza, dove realizzeremo attività per fornire loro gli strumenti necessari per diventare più autonome e consapevoli ed essere così in grado di prendersi cura di se stesse e dei propri figli. A Napoli grazie alla collaborazione con la Cooperativa Sociale Obiettivo Uomo e l’Opera Don Calabria di Napoli saremo presenti nel quartiere San Lorenzo e a Scampia, contesti con un alto tasso di degrado sociale, dove la famiglia è ancora fortemente improntata al controllo dell’uomo e la violenza è una normale modalità di risoluzione dei conflitti. In contesti caratterizzati da bassa alfabetizzazione, povertà strutturale, alta disoccupazione e criminalità la violenza sulle donne è particolarmente diffusa, ma ben poco riconosciuta come tale. A Palermo i due centri di WeWorld sorgeranno nei quartieri di Borgo Vecchio (territorio in cui l'ong è presente anche con il network di appoggio socio-educativo Frequenza200) e San Filippo Neri, l’inaugurazione sarà il 10 febbraio.
“Il nostro intervento in Italia", commenta Marco Chiesara, Presidente di WeWorld, "è partito dal Pronto Soccorso, il luogo dove si può far emergere la violenza domestica, perché nonostante la maggior parte delle donne maltrattate scelga il silenzio, è qui che queste si rivolgono quando decidono di chiedere aiuto. Il progetto sta crescendo e il nostro obiettivo è coinvolgere le tante, troppe, donne a rischio di violenza, che hanno bisogno di aiuto, ma non sanno come e a chi rivolgersi. Per questo puntiamo sulla prevenzione per accrescere l’autonomia e il potere femminile. Vogliamo essere presenti proprio nei quartieri più problematici per dare alle donne gli strumenti necessari per fronteggiare discriminazioni e abusi ed esserci, quando avranno il coraggio di chiedere aiuto. La violenza contro le donne, lo abbiamo imparato sul campo, non guarda in faccia passaporto, colore, classe sociale, ma sappiamo che alcuni fattori più di altri favoriscono il suo dilagare soprattutto in contesti di forte disagio sociale.”
Nei contesti individuati, la donna si realizza in quanto moglie e mamma, per questi motivi qualsiasi attività che intenda promuovere i diritti delle donne, non può prescindere dalla dimensione familiare. All’interno dei centri - riconosciuti dal quartiere - ci saranno quindi anche attività legate alla genitorialità e spazi rivolti ai bambini. L’approccio adottato è quello di partire dal disagio sociale ed economico legato alla povertà (quello più visibile e apertamente denunciato) per arrivare alla violenza molto più intima e sommersa.