Egitto, spose per 500 euro. Violenze, abusi e matrimoni express
ROMA - "In ogni aspetto della loro vita, di fronte alle donne e alle ragazze egiziane si presenta, come un agguato, lo spettro della violenza fisica e sessuale" - dice Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International - e aggiunge: "Tra le mura domestiche, molte sono sottoposte a vergognosi pestaggi, aggressioni e violenze da parte di mariti e parenti. In pubblico subiscono costanti molestie e aggressioni di gruppo, cui si aggiunge la violenza degli agenti statali". Per avere un quadro chiaro della questione di genere in Egitto, al rapporto di Amnesty International dello scorso 21 gennaio, si aggiungano le testimonianze raccolte dal regista egiziano Basel Ramsis, nel documentario Sokar Barra, letteralmente "Zucchero a parte".Matrimoni express:500 euro e la sposa è tua. Giza, piccolo paesino a sudovest del Cairo. Nove donne sperano di salvarsi dalla povertà e dalla violenza. È l'estate del 2013: il paese è travolto dagli avvenimenti politici. La via di fuga è il matrimonio. Facoltosi uomini arrivano dal Golfo Persico. "Mi sposai con un giordano quando avevo 17 anni. Lo conobbi tramite un intermediario. Andai all'appuntamento con un'amica e lui scelse me", racconta una delle protagoniste. In Egitto, fa sapere il regista, Sokar Barra è stato censurato: "Abbiamo dovuto cancellare la prima a seguito di minacce di ogni tipo. Temevamo che le donne che raccontano la loro storia potessero essere attaccate. Speriamo che un giorno venga proiettato". Nel frattempo, il documentario che svela uno dei tabù più atroci della società egiziana è arrivato nelle sale spagnole. Con 5.000 sterline egiziane, circa 580 euro, i magnati arabi comprano le donne. La somma viene utilizzata per il matrimonio, ragion per cui, quasi sempre, alle vittime del mercimonio non resta nulla. Nel 99% dei casi, il destino che le attende è catastrofico: uomini violenti, già sposati, che non tardano a ripudiarle.L'uso politico della violenza. "Nel corso degli anni, i vari governi egiziani hanno da un lato esaltato i diritti delle donne in quello che è risultato un mero esercizio di pubbliche relazioni, dall'altro hanno usato la violenza contro le donne per guadagnare vantaggi politici contro i loro avversari", fa sapere Amnesty International nell'ultimo rapporto. Come una palla da ping pong scagliata contro l'opposizione per accrescere il consenso e deposta a carica ottenuta, così la questione di genere, in Egitto, continua ad essere strumentalizzata dal potere. L'impegno dell'attuale presidente, Abdel Fattah al Sisi, che ha annunciato l'introduzione di una legge contro le molestie sessuali, tuttavia non trova riscontro nella realtà. E, nemmeno la legislazione introdotta nel 2014 tutela le vittime, dato che le condanne sono pochissime e in tante attendono ancora che venga fatta giustizia. Per questo motivo, Amnesty lancia un ultimatum al governo egiziano: "Le misure recentemente adottate per proteggere le donne sono ampiamente simboliche. Le autorità devono dimostrare che non si tratta di misure di facciata, facendo tutto il necessario per attuare il cambiamento e contrastare le attitudini dominanti nella società egiziana".
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