Contraccezione e aborto - Laici contro cattolici, Parlamento Ue diviso sui diritti delle donne | mondo
Un voto contrastato martedì al Parlamento di Strasburgo (foto d’archivio)
Bruxelles - Giornata cruciale, martedì, al Parlamento europeo dove andrà in scena, con tanto di voto dell’aula, l’eterna sfida laici-cattolici sui diritti delle donne. In particolare i punti di divisione sono l’inserimento della contraccezione e dell’aborto tra i diritti che ciascun paese deve assicurare alle donne. Il documento che viene presentato ogni anno, e che stavolta è stato curato da Marc Tarabella, sanguigno socialista italo-belga, l’uomo il cui «fannullone» rivolto al leghista Matteo Salvini è diventato una sorta di tormentone della Rete, un po’ come il «salga a bordo, cazzo» che il comandante De Falco indirizzò ad Antonio Schettino.
La questione è molto spinosa e sta mettendo in imbarazzo soprattutto il Pd, in cui convivono l’anima laica e una minoranza più confessionale. Ai voti finirà la Relazione sulla parità tra donne ed uomini nell’Ue, approvata il 20 gennaio dalla Commissione sui diritti delle donne del Parlamento europeo, con 24 voti a favore, 9 contrari e 2 astenuti, al cui interno compare il documento presentato da Marc Tarabella. «Il Parlamento europeo - è scritto nel documento - insiste sul fatto che le donne debbano avere il controllo dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all’aborto; sostiene pertanto le misure e le azioni volte a migliorare l’accesso delle donne ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e a meglio informarle sui loro diritti e sui servizi disponibili; invita gli Stati membri e la Commissione a porre in atto misure e azioni per sensibilizzare gli uomini sulle loro responsabilità in materia sessuale e riproduttiva».
Malgrado l’ampia maggioranza in commissione, molti sono i mal di pancia: la quasi totalità del fonte popolare è insorta. Sostiene che è un modo per imporre l’aborto a chi non lo vuole. Protestano polacchi, maltesi e irlandesi, rappresentanti dei paesi dove l’aborto è vietato o molto limitato. Ma anche gli italiani sono in agitazione. Ancor prima dell’approvazione del documento in commissione, la Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche (FAFCE) aveva in pochi giorni raccolto 50.000 firme contro il “documento Tarabella”.
Il quale Tarabella ribatte con un dato ormai riconosciuto universalmente, confermato dai dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità. E cioè che il ricorso all’aborto è quasi identico sia nei Paesi dove è legale, sia dove non lo è.
Popolari e socialisti riuniranno i propri gruppi lunedì, per cercare di arrivare compatti al voto.
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