«End violence against women» - VanityFair.it
Di recente Facebook e Instagram sono stati al centro di diverse polemiche per aver censurato le immagini di campagne a favore dei diritti delle donne e contro la violenza, come per esempio #FreeTheNipple. In ultimo il caso dell'artista Erik Ravelo, già attaccato nel 2011, in quanto art director della campagna Benetton «Unhate» in cui venivano ritratte coppie inusuali come Papa Benedetto XVI e l'imam del Cairo mentre si baciavano sulla bocca.
Questa volta però al centro della censura dei social media ci sono le foto della campagna «End violence against women» ideata per porre l'attenzione sui soprusi che subiscono le donne in ogni parte del mondo. «Su Facebook si trova di tutto - spiega Erik Ravelo - ho visto promossi post di società di armi, alcolici, intimo per donne mostrate come due chiappe e punto. C’è gente che fa sesso, chi spara agli animali, per non parlare delle pagine razziste o ancor peggio naziste. E' un pecato che iniziative come questa, volte a portare un messaggio forte riguardo la difesa dei diritti delle donne, vengano bloccate e danneggiate. Alla fine la campagna non l'ho potuta fare, è arrivata soltanto ai miei amici e a qualche follower».
LA CENSURA DI FACEBOOK«Il tuo post non è stato messo in evidenza in quanto viola le linee guida sulle pubblicità di Facebook perché promuove prodotti o servizi per adulti, compresi giocattoli, video o prodotti per il miglioramento delle prestazioni sessuali». L’artista ha prontamente risposto all’azione del social: «Mi chiedo come sia possibile che qualcosa che lotta contro lo stupro e la violenza sulle donne possa essere una violazione di per sé. Facebook è inondato di messaggi d’odio, foto sexy e immagini di guerra e terrorismo. La mia arte vuole difendere i diritti delle donne e sensibilizzare le persone su questo problema. Sono un ‘artivista‘, ma questo non viene accettato».
IL CASO DELLA POETESSA RUPI KAURDi recente su Instagram erano state bloccate anche le foto della poetessa indiana Rupi Kaur, in cui veniva ritratta una donna durante i giorni del ciclo mestruale. L’artista, che aveva realizzato una gallery per un corso di retorica visiva, aveva risposto con un post.
«Avete cancellato la foto di una donna completamente vestita durante le mestruazioni dichiarando che era contraria alle vostre linee guida, quando proprio le linee guida della vostra comunità rendono chiaro che non possa essere altro che un’immagine accettabile. La ragazza è totalmente vestita. La foto è di mia proprietà. Non attacca un determinato gruppo. Non è nemmeno spam. Non chiederò scusa per non aver nutrito l’ego e l’orgoglio di questa società misogina che non ha nulla da dire su foto in biancheria intima ma censura delle perdite naturali per ogni donna, in un mondo in cui i media ci bombardano di immagini di donne oggetto trattate in maniera meno che umana». Prontamente Instagram si è scusato per l'errore nella rimozione delle immagini.
Nella gallery in alto le immagini di entrambi i progetti fotografici