Guatemala, ecco la storia di Heidi Ku, difensora dei diritti umani, minacciata di morte
CITTA' DEL GUATEMALA - E' una storia che comincia da lontano. Il 28 luglio 1968, la comunità di Chicoyogüito fu sfrattata dalla sua terra per installare la Zona militare n. 21, ora nota come Creompaz , a Cobán, Alta Verapaz. Durante il conflitto armato interno, la Zona militare n. 21 divenne il centro del coordinamento e dell'intelligence militare, oltre ad essere un centro clandestino di detenzioni illegali, torture, esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate e violazioni sessuali commesse nel 1978 e 1990, Oggi i sopravvissuti di Chicoyogüito soffrono di condizioni di estrema povertà, causate dalla spoliazione militare delle loro terre. Oltre ad occupare forzatamente il territorio, l'esercito guatemalteco ha sottoposto molte persone di Chicoyogüito ai lavori forzati nelle stesse installazioni militari.I 568 resti umani riesumati. Nel 2012, la magistratura ha condannato un commissario militare e quattro ex pattuglie militari responsabili del massacro del villaggio di Plan de Sánchez, Rabinal, nel luglio 1982, dove furono uccise più di 250 persone. Da allora, gli investigatori hanno riesumato 568 resti umani dall'ex base militare, identificando più di 145 vittime, usando prove di DNA e altre tecnologie. L'ex procuratore generale Thelma Aldana ha definito Creaompaz uno dei maggiori casi di sparizione forzata in America Latina.La comunitá di Heidi Ku. Donne e uomini sopravvissuti della comunità Chicoyogüito hanno perseverato nell'ottenere giustizia e una degna riparazione. Un esempio al quale si aggiunge quello di Heidi Ku, una giovane donna di 25 anni di Cobán, cittadina del Dipartimento di Alta Verapaz, Guatemala. Una comunitá dedicata alla coltivazione del caffè. Cobán storicamente ha goduto di un livello di benessere superiore alla media del resto dello stato dovuto anche alla relativa indipendenza concessa dal governo federale ai proprietari delle coltivazioni di caffè. Negli ultimi anni molti di questi si sono trasferiti nella capitale ed è aumentata l'influenza del governo nazionale.Due donne si incontrano nella lotta. Un’Indipendenza che l’etnia Q'eqchi ha pagato col prezzo dello sfruttamento, peones nelle loro stesse terre. La finca de San Luis Las Orquídeas , dopo 19 anni di lotta per rivendicare la proprietá della comunitá, adesso si trova minacciata da un ordine di esproprio. Ordine incostituzionale, ci dice Mirna della Federazione sindicale: “Heidi è letteralmente venuta a bussare alla nostra porta, per raccontarci la storia della sua comunitá e le minacce che soprattutto lei stava soffrendo”. Queste due donne, una giovane lider indigena e una sindacalista, hanno iniziato a cercare appoggio. Per poter chiamare Heidi dobbiamo avvisarla con varie ore di anticipo, la comunitá non ha elettricitá, vive con l’energia dei pannelli solari, ma durante la stagione della pioggia spesso non c`è luce. Heidi va caricare il telefono con i suoi tre bambini in una comunitá vicina. Sono 113 famiglie, quasi 500 persone. L’ordine di sfratto è arrivato nel 2018 e la parte demandante é lo stato, vogliono costruire un hotel nella comunitá.I conflitti in Guatemala preoccupano la ONU. Il numero dei conflitti non risolti fanno parte della responsabilitá della Secretaria de Asuntos Agrarios e, secondo le Nazioni Unite, non sta rispondendo all’emergenza legata allo sfruttamento della terra e delle risorse naturali, all'origine degli attacchi contro i difensori dei diritti umani. La relazione dell'Ufficio dell'Alto commissionato delle Nazioni Unite per i diritti umani denuncia le debolezze istituzionali. Gli attacchi contro i difensori hanno ripercussioni negative su più livelli, e generano effetti silenzianti e paralizzanti del loro lavoro. Ricordiamo inoltre che la difficoltá per accedere alla giustizia é data anche dalla situazione della commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (CICIG)La giustizia oggi. La CICIG, un organo indipendente creato dalle Nazioni Unite, operava nel paese centroamericano dal 2007 e per undici anni ha accompagnato la procura nelle indagini per lo smantellamento di circa sessanta reti criminali in cui sono stati implicati politici e imprenditori di primo livello, funzionari dello Stato e militari. Uno strumento fondamentale che il 3 settembre 2019, il presidente Jimmy Morales ha sciolto, accusando di ingerenza la comunità internazionale.
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Carlo VerdelliABBONATI A REPUBBLICA- Protagonisti: