l'attrice inglese difende la sua decisione di abortire
Quando questa primavera gli Stati Uniti si sono trovati nel pieno del dibattito sull'aborto con la maggior parte dei governatori repubblicani (supportati da Trump) intenti a firmare disegni di legge restrittivi per vietare l'interruzione di gravidanzadopo il rilevamento del battito cardiaco, Jameela Jamil è salita sul pulpito social per scagliarsi apertamente contro qualsiasi decreto di matrice anticostituzionale (e non era la sola, vedi Milla Jovovich), affiancata dalle associazioni a difesa dei diritti delle donne e dagli attivisti pro choice, ma non solo. L'attrice inglese, 33 anni, conosciuta ai più per il suo ruolo di Tahani Al-Jamil nella serie televisiva della NBC The Good Place ha voluto condividere la sua storia, parlare del suo di aborto, e di come sia stata "la scelta migliore della sua vita" sia per lei "sia per il bambino che non volevo, e per i quali non ero pronta, emotivamente, psicologicamente e finanziariamente". Dopo l'intervista su Harper's Bazaar del mese scorso in cui Jameela ha difeso il diritto per le donne di abortire in qualsiasi caso, e quindi non solo per motivazioni legati alla malformazione del feto o alla salute della madre, oggi torna (tranchant) sull'argomento, sempre sui social, e anche questa volta, viene sommersa di critiche.
"Sto ricevendo MIGLIAIA di messaggi su come la mia scelta di abortire di sette anni fa sia stata un errore e su come io sia una persona miserabile", ha scritto Jameela lo scorso 6 dicembre postando una gif di un suo red carpet, “in realtà sono una multimilionaria felice, follemente innamorata, con tanto tempo libero, un buon sonno, un carriera e una vita meravigliosa. Ma grazie per aver controllato". Apriti cielo. In primis perché come tutti gli argomenti che gravitano intorno alla body autonomy si mette già in conto di poter dividere. Quella "autonomia del corpo" legata a doppio filo a argomenti delicati come l'aborto, la fecondazione, l'obiezione di coscienza, la sterilizzazione intesa come controllo della fertilità, di cui ognuno, come è giusto che sia, ha il proprio credo personale. Ma a lasciare davvero interdetti, a prescindere dalla propria opinione pro choice o pro life, le parole scelte (e la gif assolutamente inappropriata) dall'attrice che parla di aborto con estrema leggerezza, di come non le manchino per niente le notti insonni e il tempo libero dimezzato, di come sia diventata milionaria e felice proprio "grazie" a un bambino mai nato. Se la sua mission era quella di difendere la sacrosanta libertà di scelta e di autodecisione su tutto quello che riguarda il proprio corpo, non le è riuscita per niente.
Un argomento così delicato avrebbe meritato delle parole più coscienziose, soprattutto se buttate in pasto sui social dove il misunderstanding è dietro l'angolo e il fraintendimento e la libera interpretazione vanno a braccetto. Sapere che giusto e doveroso ponderare i messaggi e pesare le parole, ancor di più se si è un personaggio in vista è una conditio sine qua non se si vuole affrontare temi impegnati e diventarne un portavoce credibile e affidabile. "Le persone abortiscono, a volte una donna vuole solo la sua libertà, e dobbiamo normalizzare che va bene fare quella scelta per te, perché la tua vita è importante quanto una vita neonata che non esiste ancora", aveva detto a Harper's Bazaar, supportata dall'attivista Gloria Steinem. Concetto ribadito nel tweet in cui dichiara che la sua vita "è più importante di quella di un feto non ancora nato”, un messaggio forte e forse un po' brutale che rischia di far passare l'aborto come una scelta egoistica, quando in pratica, è esattamente l'opposto.