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Da Nilde Iotti a Marta Cartabia: la lunga marcia delle donne nella storia d'Italia

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

AGF-HPNilde Iotti e Marta Cartabia

Se si pensa che fino a poco più di 70 anni fa le donne in Italia non potevano neanche votare - il debutto fu nel 1946, amministrative e poi referendum tra monarchia e repubblica, con annesso voto per la Costituente -, non si può dire che la rappresentanza in “rosa” non abbia percorso grandi falcate nella politica e nella storia nazionale.

E se la Finlandia schiera la più giovane premier del mondo, Sanna Marin di 34 anni, il nostro Paese da oggi ha Marta Cartabia presidente della Corte Costituzionale, una delle più alte cariche dello Stato, che si affianca alla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Rimane, comunque, ancora un importane tratto di strada da fare, visto che mai una donna è stata premier o presidente della Repubblica.

Tra le figure che hanno contrassegnato questo “lunga marcia” delle donne nei Palazzi della politica, non si può non citare la seppur poco conosciuta Angela Guidi Cingolani (1896-1991), prima a diventare sottosegretario nel 1951, per la precisione all’Industria e commercio, per la Dc. A lasciare un segno sicuramente maggiore nella politica italiana è stata però quella Lina Merlin (1887-1979), già partigiana, ‘madre’ costituente socialista, sostenitrice dei diritti delle donne e anche prima senatrice italiana, cui si deve la legge 20 febbraio 1958 - conosciuta appunto come ‘Legge Merlin’ - con cui fu abolita la prostituzione legalizzata in Italia.

Bisogna arrivare però al 1976 (pur aumentate, le elette alla Camera sono ancora solo 53, 11 al Senato) per vedere la prima donna ministro, Tina Anselmi (1927-2016), titolare del Lavoro per la Dc, anch’essa ex partigiana e tra quante hanno fatto la storia della Repubblica, in particolare per la sua meritoria opera di presidente della Commissione d’inchiesta sulla P2, e più volte presa in considerazione per l’ascesa al Quirinale.

Sempre nel 1976 Adelaide Aglietta è la prima donna segretario di partito, quello Radicale (lo stesso che, oltre a fare proprie tante istanze e lotte del movimento femminista, 11 anni dopo, nel 1987, porterà alla Camera ‘Cicciolina’ Ilona Staller).

È poi nel 1979 che per la prima volta una donna, Nilde Iotti (1920-1999), comunista, anche lei ex partigiana e deputata costituente, viene eletta presidente della Camera dei deputati, rimanendovi per ben tre legislature, fino al 1992.Nel 1994 è la trentunenne leghista Irene Pivetti a diventare presidente della Camera, mentre nel 1995 l’altra ‘colonna’ radicale Emma Bonino è la prima donna italiana alla Commissione europea, con le deleghe per gli aiuti umanitari e la tutela dei consumatori: sarà poi ministro delle politiche europee e del commercio internazionale nel governo Prodi e ministro degli esteri nel governa Letta (ma la prima donna alla Farnesina è la repubblicana Susanna Agnelli nel 1995, governo Dini).

Nell’era del ‘berlusconismo’, cresce la presenza femminile, con Mara Carfagna o Mariastella Gelmini, come la stessa Maria Elisabetta Alberti Casellati, che il 24 marzo 2018 diviene la prima donna presidente del Senato.

Sul fronte politico opposto, fin dagli anni Novanta più volte ministro, Rosy Bindi è tra i più convinti sostenitori della nascita del Partito Democratico, di cui sarà presidente. Partito che poi, negli anni del ‘renzismo’, eleggerà alla presidenza della Camera Laura Boldrini (allora di Sinistra ecologia e libertà, poi vittima designata degli ‘haters’ per le posizioni pro-migranti) e avrà tra le esponenti di spicco la ministra Maria Elena Boschi.

Anche tra i Cinque Stelle non mancano ‘pasionarie’ di riferimento: una per tutte Virginia Raggi, che il 19 giugno 2016, con 770.564 voti raccolti, è il sindaco più votato della storia di Roma e primo sindaco donna della capitale.

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