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Giampaolo Longhi di Foggia ha vinto il premio volontario dell’anno

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Quando si dice «aiutiamoli a casa loro», poi c’è veramente qualcuno che lo fa. Giampaolo, in realtà, la mano la dà « a casa loro», ma l’ha data anche a casa nostra, in Italia. Ed è disposto a darla ovunque. Ma ha vinto il premio Volontario internazionale 2019 Focsiv (Federazione organismi cristiani di volontariato internazionale) per il suo impegno al fianco delle lavoratrici dell’Europa. Giampaolo di cognome fa Longhi. Ha 32 anni ed è di Foggia, città in cui ha coltivato il suo rapporto con gli «altri» fin da ragazzino, facendo lo scout dall’età di 11 anni. E dove si è laureato in Economia aziendale iniziando a lavorare come financial project manager in una società di gestione e governance del Distretto tecnologico agroalimentare (DaRe). Poi la sua vita è cambiata.

Per sua scelta: nonostante la sicurezza lavorativa, che spesso è sinonimo di realizzazione sociale, decide di dare una sterzata. Per continuare ad aiutare il prossimo (non aveva mai smesso, ma facendolo 24 ore su 24). La prima tappa però non è in Africa, ma a Bologna. «Alla Cooperativa sociale Camelot - ricorda Giampaolo - che si occupa dei servizi alla persona, tra i quali quelli rivolti all’integrazione dei migranti, di mediazione sociale e inclusione lavorativa». È lì che Giampaolo decide di rivolgere lo sguardo alla cooperazione, allo sviluppo e alla solidarietà internazionale, alle tante periferie del mondo da cui provenivano i migranti incontrati, mettendo a frutto quel sentimento scout del fare del «nostro meglio» che lo accompagna da sempre. E così risponde a una richiesta della Comunità volontari per il mondo - una ong della rete della Federazione organismi cattolici servizio internazionale volontario (Focsiv) - che cercava un responsabile amministrativo per i progetti di cooperazione allo sviluppo in Etiopia. E che poi, grazie all’entusiasmo mostrato da Giampaolo, gli affida il ruolo di coordinare tutto il team di oltre 50 persone come «responsabile Paese» dell’ong.

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Giampaolo è in Etiopia da due anni, ed è impegnato soprattutto nel sostegno dei diritti delle donne, in particolare di quelle dedite al lavoro domestico, molte delle quali minorenni. «I progetti principali - spiega - sono due: quello a favore delle donne che lavorano in Etiopia e quello per le lavoratrici domestiche rientrate, quasi sempre forzatamente, da Paesi arabi, in particolare dal Libano». Le ragazze sono spesso vittime di schiavitù, sia in Etiopia che all’estero. «In Libano arrivano attraverso broker illegali a cui pagano una cifra pari a circa 500 euro: vengono affidate a famiglie, ma spesso subiscono abusi psicologici e violenza fisica. E il nostro lavoro, una volta rientrate in patria, è aiutarle a costruirsi un futuro».

Durante la cerimonia di premiazione all’Istituto Vaccari di Roma - «un riconoscimento non per me, ma per tutti quelli che si battono a tutela delle donne» - è stato mostrato un video con i volti di quelle ragazze. Giampaolo ne ricorda una in particolare: «Rientrò dal Libano completamente disorientata, non si ricordava neanche di essere etiope: pensava di essere stata lontana due anni, e invece erano passati soltanto 5 mesi. Abbiamo ricostruito la sua storia e quando si è sentita pronta si è riunificata con la famiglia, scoprendo di avere anche due figli. Si è ricongiunta con i parenti - che ritenevano fosse morta, non avendo più ricevuto sue notizie - durante il matrimonio del fratello: è stata una festa bellissima».

Poi ci sono le lavoratrici domestiche in Etiopia: «Per loro - spiega Giampaolo - vogliamo creare reti di associazioni di lavoratrici domestiche che promuovano la tutela dei propri diritti. Intanto ci muoviamo con il governo perché adotti la Convenzione dell’International labour organization. Siamo in contatto con il presidente e il ministro del Lavoro e in novembre abbiamo ottenuto un risultato storico: è cambiata la legge sul lavoro, immutata dal 1996, che finalmente individua i lavoratori nel privato. Ora aspettiamo che arrivino anche le tutele». Per cambiare il mondo, passo dopo passo. Come ha fatto, da Foggia ad Addis Abeba (e chissà per dove ancora, in futuro), Giampaolo.

14 dicembre 2019 (modifica il 14 dicembre 2019 | 15:41)

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