La percezione europea delle migrazioni: un fenomeno sovrarappresentato (18/12/2019)
Il progetto europeo CiakMigrAction, di cui l’indagine IPSOS è parte integrante, nasce con l’obiettivo di diffondere una narrazione delle migrazioni bilanciata e libera da stereotipi, per contrastare l’aumento delle forme di odio e intolleranza, di diffidenza e paura nei confronti delle diversità.
“Le migrazioni non sono un fenomeno singolo e isolabile, ma fanno parte della vita delle persone da sempre. WeWorld lavora in tutto il mondo, dalla parte dei diritti delle persone, di tutte le persone, siano esse in fuga da povertà e guerra o alla ricerca di una vita migliore in un altro paese", dichiara Marco Chiesara, Presidente di WeWorld.
Riguardo alla sicurezzae alla percezione dei migranti come minaccia per l’ordine pubblico nazionale, i cittadini greci sono i più preoccupati. Il 40% di loro ritiene che non sia possibile accogliere altri rifugiati nel Paese e che si debbano chiudere le frontiere. Per il 33% degli italiani la maggior parte dei crimini in Italia è commessa da immigrati e per il 40% è troppo pericoloso accogliere migranti perché rappresentano una grave minaccia terroristica.
Riguardo all’ambito economico/sociale, la ricerca ha misurato il grado di chiusura delle società nei confronti dei migranti, visti come “competitor” rispetto all’accesso a lavoro e welfare. La società più chiusa da questo punto di vista risulta quella ungherese (indice pari a 60 in una scala da 0 a 100), seguita da Grecia (55), Italia (46). Più aperti gli austriaci (indice pari a 40). In particolare, il 70% degli ungheresi pensa che i datori di lavoro dovrebbero privilegiare le assunzioni di persone di nazionalità ungherese, contro il 39% degli austriaci e il 46% degli italiani. Di contro, il 36% degli austriaci pensa che i migranti incidano positivamente sull’economia, contro il 24% degli italiani, il 19% degli ungheresi e il 15% dei greci.
Sul ruolo delle Istituzioni: i cittadini dei quattro Paesi valutano piuttosto negativamente l’operato di Unione Europea, Governi nazionali e ONG nella gestione dei fenomeni migratori. I più positivi su ONG e governo sono gli ungheresi (quasi il 50% degli intervistati), mentre in Italia e Grecia solo un cittadino su 3 valuta positivamente l’operato delle ONG in termini di efficacia delle azioni di gestione degli arrivi di rifugiati e migranti ed uno su 4 valuta positivamente l’operato del proprio governo.
Giudizio negativo sull’Unione Europea: considerano efficace il suo operato solo il 17% degli ungheresi, il 13% dei greci, il 12% degli austriaci. Ma è l’Italia il Paese più scettico riguardo all’azione della UE sui fenomeni migratori: solo il 7% la giudica positiva.
Preoccupano anche i livelli di fiducia su attendibilità e accuratezza delle notizie dei media tradizionali (tv e stampa) quando si parla di migranti sono piuttosto scarsi in tutti e 4 i Paesi. Gli austriaci tendono a fidarsi di più (27%), seguiti da ungheresi (18%), italiani (16%) e greci (13%). Ungheresi (61%) ed italiani (50%) i più convinti che nell’agenda di tv e stampa il tema migratorio sia troppo presente e che se ne parli in misura eccessiva.
“La campagna mediatica di attacco a chi si occupa di accoglienza ha distorto le percezioni sulle migrazioni, creando un’emergenza dove non c’è e fondendo in un’unica preoccupazione i temi di accoglienza e di inclusione. Per questo ribadiamo la necessità di definire una strategia comune che non tenga conto solo dell’accoglienza. L’Unione Europea avrebbe gli strumenti – e le leggi – per affrontare le migrazioni ma non ha ancora varato una strategia a lungo termine per una gestione comune del fenomeno, che superi le politiche d’odio che si respirano con sempre maggior frequenza in Italia e in Europa. Politiche non solo ingiuste ma, come è sempre più evidente, anche inefficaci”.