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Femminicidio di Elisa Bravi a Glorie di Bagnacavallo. Le prime reazioni

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Elisa Bravi 31 anni originaria di Ravenna è stata uccisa a Glorie di Bagnacavallostrangolata dal marito al culmine di una lite familiare nella notte fra mercoledì 18 e giovedì 19 dicembre 2019. L’assassino, Riccardo Pondi, 39 anni, è stato arrestato in seguito alla confessione depositata dopo un lungo interrogatorio col pm di turno Lucrezia Ciriello. L’uomo dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato.

IL CORDOGLIO DEL COMUNE DI RAVENNA

L’amministrazione comunale di Ravenna ha espresso profondo cordoglio per la morte della ravennate Elisa Bravi e la propria vicinanza alle due figlie della vittima dell’ennesimo femminicidio. Nella nota diffusa dal comune si legge quanto segue: “Un momento così drammatico deve una volta di più far capire quanto sia importante mantenere alta l’attenzione sul tema della violenza contro le donne, rilanciando l’appello a tutte coloro che ne sono vittime a rivolgersi ai centri antiviolenza (1522 il numero unico nazionale che si può contattare ventiquattr’ore su ventiquattro). Proprio per dare parità di servizi a tutte le donne vittime di violenza della provincia di Ravenna, a discapito del comune di residenza, è in essere un protocollo d’intesa, grazie al quale ogni donna possa sentirsi accolta e protetta in ogni centro antiviolenza, tra il Comune di Ravenna, l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina, i Comuni di Cervia e Russi, l’Ausl della Romagna e le associazioni Linea Rosa (per Ravenna, Cervia e Russi), Demetra (per la Bassa Romagna) e Sos donna (per l’Unione Faentina) insieme all’associazione Donne in aiuto”.

LE ASSOCIAZIONI: DONNE, RIVOLGETEVI AI CENTRI ANTIVIOLENZA

A fare eco alle parole dell’amministrazione comunale di Ravenna l’associazione Demetra donne in aiuto, che apre così la propria nota stampa (sottoscritta da Linea Rosa, SoS Donna, Udi – Unione donne italiane Massalombarda e Ravenna, Casa delle donne di Ravenna, Cif, Artemide, Incontra donne e Caffè delle ragazze) che riportiamo integralmente: “Non risulta che Elisa si fosse rivolta a nessun Centro antiviolenza e  i giornali parlano di “momento difficile della coppia”. Un altro  femminicidio  sarebbe stato commesso da un uomo nel territorio della Bassa Romagna,  confermando  il dato nazionale di una donna uccisa ogni 72 ore.  I quotidiani già titolano che Elisa sia stata assassinata “durante una lite” con una narrazione che non approfondisce e non chiarisce  il contesto in cui avviene il  femminicidio. Un crimine che viene alimentato da  una sottocultura misogina e violenta che resiste duramente e che  pone le donne in una posizione di subalternità rispetto agli uomini, oggetti da controllare e  di cui poter disporre e da distruggere se si sottraggono al dominio  maschile. I Centri antiviolenza sono sempre a fianco delle donne per sostenerle, accoglierle, ospitarle e accompagnarle nei difficili percorsi di uscita dalla violenza e da anni operano per cambiare la  sottocultura che è all’origine del femminicidio. Un cambiamento che deve necessariamente coinvolgere gli uomini per contrastare  una sottocultura machista e patriarcale che li legittima a negare i diritti, la libertà e la  vita alle donne.  Per questo  l’impegno politico contro il femminicidio deve restare una priorità  a livello politico locale e nazionale in sinergia con i Centri antiviolenza”.

DONNE DEMOCRATICHE: OCCORRE CONTRASTARE FORMAZIONE PATRIARCALE

Le Donne Democratiche della provincia di Ravenna (PD) hanno convocato una conferenza sottolineando come, l’ennesimo femminicidio, sia conseguenza di una formazione patriarcale nel nostro Paese: “Oggi a Glorie di Bagnacavallo è stato commesso l’ennesimo femminicidio. È stata commessa ancora una volta una forma di violenza causata da una formazione patriarcale che perpetua la sottomissione delle donne fino ad distruggerne l’identità attraverso l’asservimento fisico o psicologico, fino alla morte.Vogliamo innanzitutto porgere le nostre condoglianze alla famiglia e alle due bambine che hanno perso la loro mamma. Ancora oggi i numeri dei femminicidi sono inquietanti. Donne uccise da fidanzati, mariti, compagni, maanche dai padri a seguito del rifiuto di un matrimonio imposto o di scelte di vita non condivise. E sempre il genere femminile della vittima è una causa essenziale, un movente del crimine stesso, nella maggior parte dei casi perpetuato all’interno di legami familiari. In questo contesto il ruolo dei Centri antiviolenza e delle tante associazioni femminili è fondamentale, ma nonostante l’impegno di tante donne e delle nostre istituzioni, dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna alla nostra Regione, questa continua ad essere la più grave emergenza in tema di sicurezza. Anche per il nostro territorio”.

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