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Zehra Dogan, chi è?/ Artista e giornalista curda nota per opere col sangue mestruale

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

CHI È ZEHRA DOGAN?

Zehra Dogan sarà ospite questa sera di Fabio Fazio a Che tempo che fa. L’artista e giornalista curda interverrà su Rai Due per raccontare la sua storia, quella di una giovane donna direttrice di Jinha, agenzia di stampa curda femminista con personale tutto femminile, reduce da 3 anni nelle carceri turche. La colpa di Zehra Dogan? Quella di aver pubblicato un quadro da lei dipinto raffigurante la città curda Nusaybin, situata lungo il confine con la Siria, dopo il bombardamento dell’esercito turco. Questo gesto le è valso il capo d’accusa di propaganda terroristica. Intervistata poco tempo fa da “Il Manifesto”, Zehra ha così esposto il suo punto di vista: “Quando lavoravo sulla notizia non potevo non disegnarla. Disegnare significava esprimere parte di me, e parte di me era ed è la battaglia curda. Nei miei dipinti la luce, le figure, gli stessi colori simboleggiano quello che ha vissuto la popolazione curda“.

ZEHRA DOGAN OSPITE A CHE TEMPO CHE FA

Zehra Dogan, come detto, è anche una giornalista conosciuta a livello internazionale grazie alla sua Jinha, agenzia di stampa di sole donne fondata nel marzo 2012: “Fare giornalismo in Turchia significa confrontarsi ogni giorno con una narrazione predominante che non lascia spazio all’opposizione. E anche quando la stampa alternativa riesce ad emergere, il linguaggio che essa utilizza è un linguaggio interamente maschile. Quando le donne subiscono violenza, la notizia non è la violenza maschile, ma la descrizione minuziosa di quello che la donna ha fisicamente subito. Non c’è dignità in tutto questo. E Jinha era nata per rivoluzionare quel linguaggio, battendosi per i diritti delle donne curde“. Una missione evidentemente che non può conciliarsi con i voleri di Ankara, tant’è che le autorità turche hanno chiuso Jinha nell’ottobre 2016. Zehra venne trasferita nella prigione di Diyarbakir: “Lì non mi era consentito fare arte. Mi hanno requisito la carta, la penna e le matite. Ma c’era qualcosa che non potevano requisire, e con quel qualcosa ho provato a dipingere“. Zehra decise insieme alle compagne di cella di dipingere col sangue mestruale: quelle immagini hanno fatto il giro del mondo.

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