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Alla scoperta dell'Estro del Gusto con Giuseppe Maglione e Marco Eugenio Di Giandomenico

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Un libro inatteso. Un testo che irrompe nell’ambito della “letteratura” culinaria riscrivendone le coordinate e orientando la sua “sinossi” (platonica) su di un registro orfano di qualsivoglia ricettario ma figlio di un’introspezione filosofica e antropologica che restituisce al cibo il proprio giusto ruolo nel pantheon delle emozioni generatrici d’arte.

È così che si presenta “L’Estro del Gusto” (edito per Apeiron Edizione) dello Chef  Giuseppe Maglione, a cura dello scrittore, critico dell’arte sostenibile, economista della cultura e accademico Marco Eugenio Di Giandomenico. 

Già dalla prefazione (firmata da Di Giandomenico), s’intuisce come lo scorrere delle pagine segnerà il passo di una lettura ricca di contenuti: “Il titolo della presente opera editoriale, ‘L’Estro del Gusto’, nasce un po’ come una provocazione, connettendo la ‘creatività’ al ‘gusto’, termini storicamente antinomici nella tradizione filosofica occidentale”.

Arte e food è un'annosa questione, dibattuta da filosofi e intellettuali da più di 2.500 anni - spiega Di Giandomenico - Negli ultimi decenni sono emerse nuove consapevolezze su tale tema, soprattutto grazie all'incessante sviluppo delle nuove tecnologie che ha rimesso in discussione le antiche tassonomie dell'arte. La pizza è il cibo più famoso al mondo e si presta particolarmente ad essere strumento creativo del pizzaiolo, il quale a tutti gli effetti, se attua i canoni estetici di qualunque opera d'arte,  può diventare un artista, al pari di un pittore o di uno scultore. Giuseppe Maglione è senza dubbio un'interessante case history, per i cromatismi delle sue pizze, per gli ingredienti utilizzati che valorizzano il territorio irpino, per i messaggi sociali (difesa dei diritti delle donne, pace nel mondo, etc.) che esprimono".

In questa prospettiva, e nel novello ruolo acquisito, lo Chef, dunque, nel fare dell’arte, pur avvalendosi delle nuove tecnologie, si disancora dal tradizionale fare della τέχνη, per compiere un libero gesto creativo, un “Bereshit Barà” tale da avvicinare (come accade per tutte le arti) l’uomo a Dio.

L’estro del gusto - racconta Maglione - é per me un’opera significativa con la quale sono riuscito a prendere sempre più consapevolezza circa il mio ruolo di creatore di pizze emozionali, capaci di emozionare prima ancora di assaggiarle, attraverso aspetti cromatici ed olfattivi ben ragionati. Il fortunato incontro con il prof. Marco Eugenio Di Giandomenico è stato determinante per elevare il mio concetto di pizza e renderlo noto a tutti i buongustai ed appassionati dell’arte”.

E se Di Giandomenico ci rammenta come il gusto sia “uno dei cinque sensi che ci permettono di conoscere le qualità sensibili degli oggetti che ci circondano e che possiedono, pertanto, una connotazione per così dire gnoseologica, oltre che evidentemente fisiologica”, il gusto, come senso, è nel libro affiancato, ne “L’immagine del gusto”, al senso della vista, tramite l’evocative foto di Roberto Rosso (Professore ordinario di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano)  e all’udito, nel capitolo “Music for food” di Roberto Favaro (professore ordinario di storia della musica e vice direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano).

Marco Sica

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