10 donne del 2016, chi sono e perché le abbiamo scelte - News e appuntamenti - News e persone
di Redazione Marie Claire - 4 Gennaio 2016 - 9:00
- 10 donne del 2016
Rivoluzionarie ognuna nel proprio ambito, dalla politica al cinema, dall'archeologia alla scienza, fino allo sport: ecco chi sono e cosa fanno le nostre donne del 2016.
- Bidhya Devi Bhandari
54 anni, è la prima presidente del Nepal, femminista e attivista per i diritti delle donne. Foto: Getty Images.
- Aung San Suu Kyi
70 anni, dopo quindici lunghi anni di arresti domiciliari (e un Premio Nobel per la Pace), la sua Lega Nazionale per la Democrazia si prepara a governare la Birmania. Foto: Getty Images.
- Fadumo Dayib
42 anni, ha intenzione di correre come candidata alle prossime elezioni presidenziali della Somalia (e questo non le ha risparmiato critiche e minacce).
- Sarah Parcak
36, pioniera dell'archeologia satellitare: usa gli infrarossi e i satelliti per capire dove scavare esattamente e vuole mettere i paesi in condizione di proteggere il proprio patrimonio archeologico. Ha vinto il milione di dollari del TED Prize 2016. Foto: New York Times/Contrasto.
- Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna
47 e 51 anni, queste due scienziate hanno co-inventato una nuova tecnica per modificare il Dna (semplice ed efficace, si chiama CRISPR-Cas9). E ora chiamano a raccolta la comunità scientifica per discuterne applicazioni cliniche e conseguenze etiche. Foto: Getty Images.
- Cassie Jaye
30 anni, sta cercando di distribuire il suo documentario "The Red Pill": il viaggio di una femminista convinta (lei) alla scoperta del movimento statunitense dei diritti degli uomini. Con molte inaspettate sorprese.
- Afghan Women's Cycling Team
Per queste ragazze afgane andare in bicicletta è un atto di eroismo perché sarebbe permesso solo agli uomini: nel 2016 arriva un documentario sulla loro coraggiosa storia e la squadra è candidata al premio Adventurer of the Year del 2016 dal National Geographic. Foto: Getty Images.
- Aspen Baker
39 anni, sta per uscire il documentario sulla associazione da lei fondata Exhale Pro-Voice: da anni si occupano di ascoltare senza giudicare donne e uomini che hanno affrontato un aborto. Solo ascolto, nessun giudizio (in questa foto il suo discorso al TED).
- Mariana Santos
32 anni, è portoghese ma vive in California: questa esperta di grafica, animazione digitale e storytelling organizza workshop per condividere le sue conoscenze con ragazze e ragazzi in tutto il Sudamerica (con il supporto del Guardian, dove ha lavorato).
- Mona Eltahawy
49 anni, attivista femminista ed editorialista, è un'icona della rivoluzione egiziana. Ha appena pubblicato "Perché ci odiano" (Einaudi).
Le nostre 10 donne del 2016 ci insegnano ognuna una preziosa lezione: hanno avuto il coraggio di cambiare idea senza seguire la corrente, si buttano in nuove sfide quasi impossibili e scommettono sempre su loro stesse e sulle loro compagne di viaggio. Registe, politiche, archeologhe, attiviste, scienziate e persino cicliste: scoprite chi sono e cosa fanno.
1. BIDHYA DEVI BHANDARI, 54 anni, NepalDa bambina vide la folla torturare un’accusata di stregoneria: da qui è partita una lunga carriera a sostegno delle donne. Per anni (nascosta) al fianco del marito, un leader marxista, ha iniziato a lottare una volta vedova. E dopo essere stata ministro, da ottobre è la prima presidente del paese himalayano. Nella nuova costituzione, a lei si deve la norma che vuole un terzo del parlamento al femminile. Violenza domestica, tratta delle schiave e stupri sono piaghe coperte da omertà diffusa: il suo nuovo ruolo è soprattutto istituzionale, ma troverà il modo di farsi ascoltare.LEZIONE Venire sottovalutate è una micidiale arma di attacco: accettate le sfide senza clamore.
2. AUNG SAN SUU KYI, 70 anni, Myanmar/BirmaniaÈ passato un quarto di secolo dalla vittoria alle elezioni del 1990, mai riconosciuta dalla giunta militare (e altrettanto tempo dal Premio Nobel per la pace). Eppure, dopo 15 anni di arresti domiciliari, la parte difficile inizia ora: a novembre la sua Lega Nazionale per la Democrazia ha vinto ancora e si prepara a governare. Le divisioni etniche sono il maggior problema da gestire e, sebbene the Lady non possa diventare presidente per motivi costituzionali (ha parenti stranieri), ha detto che: «Prenderò le decisioni in quanto leader del partito vincitore. Siamo solo all’inizio della strada». Walk on! LEZIONE Trovate in voi la resilienza: la capacità di rigenerarsi e riorganizzare la propria vita davanti alle difficoltà.
3. FADUMO DAYIB, 42 anni, SomaliaAppena ha annunciato la sua corsa alle presidenziali del 2016, Fadumo Dayib, prima candidata donna nella turbolenta storia del paese, ha ricevuto minacce di morte. Non si è fermata. Queste elezioni sono ancora incerte, ma lei di sicuro continuerà la sua corsa. Cresciuta tra il Kenya e la Somalia, rifugiata in Finlandia per la guerra civile negli anni 90, ha imparato a leggere e scrivere solo a 14 anni, poi ha accumulato titoli ed esperienze lavorando - tra gli altri - con l’Unicef (proprio in Somalia) e con l’Onu, come sognava da bambina. La sua missione: diventare presidente e colorare di rosa un paese in cui «se nasci donna non sei niente». LEZIONE Puntate in alto: per cambiare il mondo bisogna credere in qualcosa di profondamente visionario.
4. SARAH PARCAK, 36 anni, Stati UnitiDa bambina cercava conchiglie sotto la sabbia nel Maine, poi la spiaggia è diventata l’intero Egitto e oggi scopre città intere. Questa moderna Indiana Jones (ama il paragone, ma il suo «è sempre un lavoro di squadra») è una pioniera dell’archeologia satellitare e vincitrice del milione di dollari del TED Prize 2016. Grazie alla tecnologia dei satelliti e degli infrarossi analizza il terreno per capire punti precisi dove scavare, risparmiando tempo e denaro. Obiettivo: mettere i paesi in condizione di proteggere i propri siti da saccheggi e distruzioni. LEZIONE A un certo punto, cambiate prospettiva: a volte bisogna allontanarsi per capire meglio dove cercare.
5. EMMANUELLE CHARPENTIER E JENNIFER DOUDNA, 47 E 51 anni, Francia e Stati UnitiSi sono incontrate grazie ai batteri. Partendo dai loro studi, hanno co-inventato una nuova tecnica (CRISPR-Cas9) per modificare il dna: è la più efficace, semplice e veloce mai usata finora. Potenzialmente è la soluzione definitiva alle malattie genetiche (ma anche alzheimer, cancro, diabete...). Dall’altra parte, solleva dubbi etici, perché in teoria permette di agire su tutti i geni e su ovuli, spermatozoi ed embrioni. Per questo dicono: «Mettiamo in pausa gli usi clinici e apriamo un dibattito per discuterne le implicazioni». LEZIONE Puoi fare la più strabiliante scoperta scientifica, ma se non ti fai carico delle sue conseguenze non vali niente.
6. CASSIE JAYE, 30 anni, Stati UnitiPillola blu (far finta di niente) o pillola rossa (sapere la verità) è un modo di dire diventato virale da Matrix in poi. E proprio The Red Pill è il titolo del documentario di Cassie Jaye, pellicola per cui è in corso una gender war (le femministe stanno lanciando anatemi) al confine col boicottaggio. La colpa di Cassie? Aver indagato all’interno del Movimento dei diritti degli uomini. E, cosa ancora più grave, essersi ritrovata a simpatizzare col “nemico” al punto da mettere in discussione le sue credenze femministe. LEZIONE In nome della verità non date mai niente per scontato, e non abbiate paura di cambiare idea.
7. AFGHAN WOMEN'S CYCLING TEAM, AfghanistanIn Afghanistan possono andare in bicicletta solo gli uomini. Dal 2012 un gruppo di donne, sfidando i pregiudizi, ha dato vita all’Afghan Women’s Cycling Team: la squadra che gareggia nelle competizioni internazionali. Spesso mentre si allenano vengono insultate e aggredite, ma si ostinano a combattere una battaglia per la libertà, anche di movimento. Sono le protagoniste del documentario Afghan Cycles (uscirà nel 2016) e il National Geographic le ha candidate al premio Adventurers of the Year 2016 (si vota online - fatelo! - fino al 31 gennaio). LEZIONE Non date niene per scontato. Anche un’azione banale può avere la la forza di un gesto rivoluzionario.
8. ASPEN BAKER, 39 anni, Stati UnitiRepubblicani pro-Life vs Democratici pro-Choice: sono i due poli d’opinione che negli Stati Uniti cementificano il dialogo sull’aborto. Tema sfruttato per prendere voti, perché meno faticoso che spiegare una riforma. Aspen è rimasta incinta alla fine del college e ha abortito: «Non se ne poteva parlare, era trattato come un tema politico slegato dalla vita reale». Per questo, 15 anni fa, con sei cellulari e mille dollari, ha fondato Exhale Pro-Voice, linea di ascolto per chiunque abbia bisogno, donne e uomini (la prima telefonata è stata di un padre). Nessun giudizio, solo empatia. Nel 2016 esce il loro primo documentario, proprio in piena campagna elettorale. LEZIONE Quando tutti sbandierano la “giusta” opinione su un argomento, voi, semplicemente, ascoltate.
9. MARIANA SANTOS, 32 anni, Portogallo (vive in California)«In America Latina c’è una tradizione di giornalismo al femminile, ma molte colleghe sono sconnesse dalla tecnologia». Lei invece è un’esperta di animazione digitale, storytelling e grafica interattiva al servizio delle notizie (ha lavorato al Guardian). Con la sua associazione Chicas Poderosas organizza workshop in paesi latino-americani per diffondere questo sapere. Spesso le Chicas sono comunità autogestite e l’anno prossimo l’équipe brasiliana sarà parte del team di comunicazione delle Paraolimpiadi di Rio. LEZIONE Se condividete un’abilità con qualcuno non la diminuite, al contrario la moltiplicate all’infinito.
10. MONA ELTAHAWY, 49 anni, Egitto (vive tra Il Cairo e New York)Attivista ed editorialista, Mona Elthahawy nata in Egitto, trasferita in Uk a 7 anni, in Arabia Saudita a 15 e dal 2000 negli Usa - è diventata un’icona della rivoluzione egiziana. A piazza Tahrir è stata picchiata e aggredita sessualmente. Laica («tutte le religioni sono ossessionate dalla mia vagina») e femminista, ha fatto esplodere il dibattito con Perché ci odiano (Einaudi): il memoir appena pubblicato contro la misoginia nella “sua” parte di mondo. LEZIONE «Le battaglie sui corpi delle donne si possono vincere esclusivamente grazie a una rivoluzione mentale».
A cura di Laila Bonazzi e Marta Cervino
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