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L’Europa assopita e prona lascia che le violenze di Colonia e i silenzi della politica lacerino un secolo di battaglie per i diritti delle donne - Cronaca

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Noi siamo un trofeo, la distruzione dei valori per i quali un secolo si è battuto come i diritti delle donne, la pace sociale, le discriminazioni, il razzismo e la libertà ideologica. E in una notte a Colonia, quella di Capodanno, ecco l’ennesimo e sicuramente non ultimo trofeo di un “Isis mentale” che riguarda la cultura offensiva e oppressiva di un’idea medioevale e arcaica dei rapporti uomini-donne. La violenza non è solo quella che uccide con le bombe, le mitragliette e i kamikaze. Ci sono violenze terribili perché lacerano per sempre l’idea di te stessa, segnano la precarietà della sicurezza e l’umiliazione diventa una ferita che difficilmente verrà sanata e dimenticata dalle donne di Colonia, Dusseldorf, Zurigo e in giro per l’Europa. Il silenzio degli uomini, la precaria giustificazione e l’assenza di coscienza delle donne di potere, dà un’idea del baratto interiore e morale che è stato compiuto. A che cosa è servito un secolo di battaglie per i diritti delle donne, se una violenza così alta, programmata, sistemica, organizzata e tragica verso il mondo è stata possibile? E come è possibile minimizzare o farla passare per una grossolana bufala di Capodanno? La mente dei maschi non riesce a fare un passo avanti verso una nuova consapevolezza che possa riguardare il futuro di mogli, amanti, figlie, madri o fidanzate. Non c’è maggior pericolo per una comunità che sottovalutare il nemico, non guardare in faccia la storia e non capire cosa sta accadendo. L’Europa è curva e assopita, quasi ottusa sul proprio passato, non riesce a riformulare una diversa analisi su ciò che sta accadendo e il vero autentico nemico è chi vuole la distruzione di questa civiltà per dominarla, distruggerla e sottometterla sia dal punto di vista culturale, ma anche economico e militare. È il silenzio di Renzi, della Boschi, della Mogherini, della Madia o di Orlando, il mondo evanescente degli intellettuali di turno a creare un paradosso quasi riluttante nel giustificare nel silenzio una violenza ancora più profonda in assenza di qualsiasi risposta istituzionale. È la fine di un impero, il nostro, come lo fu quello antico romano, chiuso nella sua decadenza, stucchevole per demagogia e utopia, molto simile al nostro attuale e pericoloso. Perché il silenzio vuol dire che il nostro sistema culturale non ha capito o non vuole capire che anche la paura gioca nello scacchiere delle guerre un’enorme ruolo, perché mostra la fragilità del nostro sistema sociale carico di illusioni, incapace di pensare che ci siano forme culturali, atteggiamenti collettivi che delegittimano l’idea di famiglia, esaltano l’idea di potere, celebrano l’inferiorità e la sottomissione della donna, costruendo paradigmi assoluti che non si sono mai modificati.C’è il disprezzo e la violenza che ha determinato l’esclusione di ogni dialettica sul grande tema dei diritti. Sono da ricordare tutte le mani violente che hanno agito su corpi inermi di ragazze festose. Sono queste ragazze a ritrovarsi dentro le urla primitive, prive di senso, di un’organizzazione violenta di machismo messa in atto volontariamente e strutturata per delegittimare la figura femminile in Europa. Chi arriva qui infatti, arriva per salvarsi o per distruggerci, e non è compito dell’immigrato dirci da che parte sta. Sono i governi e una cultura di accoglienza che devono finire. Deve chiudersi il capitolo della demagogia e aprirsi quello della difesa dei diritti delle donne e del nostro modo di essere. Le donne meritano tutto l’amore degli uomini, perché per loro hanno sempre lottato e sofferto. Sono morte per i propri bambini. Noi non abbiamo più nessuna libertà e senza rendercene conto siamo schiavi di una civiltà distruttiva, che non ha mai iniziato ad accettare un modo diverso di vivere e pensare.

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