Leila, la fotoreporter che amava le donne
Era una ragazza libera. Una che non si fermava davanti alle definizioni e alle apparenze. Ed è stata uccisa nell’attentato che venerdì scorso è costato la vita a 29 persone a Ouagadougou. Aveva 33 anni Leila Alaoui ed era in Burkina Faso per conto di Amnesty International per un reportage fotografico sui diritti delle donne. Era la sua prima volta in quel Paese. Leila era una fotografa nota. Aveva esposto negli Usa, in Libano. I suoi lavori erano stati pubblicati tra gli altri dal New York Times, da Le Soir, Vogue. Suoi ritratti sono esposti in questi giorni al Museo Mohammed VI di Arte moderna e contemporanea di Rabat.
Secondo quanto riportano le agenzie venerdì scorso stava cenando. Poi lo scoppio. Christine, la madre, aveva dato i dettagli: «È ferita alle gambe e alle braccia; ha perso molto sangue». C’era una speranza, anche se flebile. Ma sono sopraggiunte complicazioni respiratorie. Nella notte tra lunedì e martedì, dopo un intervento d’urgenza, la situazione è precipitata.La sua morte è stata confermata, via Twitter, dal ministro della cultura Fleur Pellerin.
Leila era una ragazza libera, che amava le donne. Ed è stata uccisa da Al Qaeda.
(Foto Afp)