E Renzi oggi riceve chi impicca gli omosessuali - Politica
La campagna si chiama #diteloarohuani e ovviamente comprende anche le violazioni dei diritti delle donne e degli oppositori, nonchè delle minoranze religiose cristiane ed ebree, oltre che i dati sulle pene capitali che vengono comminate agli omosessuali. Titolo ironico del dossier? «Il volto sorridente del mullah». Solo per fare un esempio, nello staff governativo di Hassan Rohuani tuttora militano persone che si sono macchiate di crimini contro l’umanità ai danni degli oppositori politici dell’ayatollah Rohuallah Khomeini. Il quale, nei primi mesi della rivoluzione del 1979 fece sterminare tre o quattro decine di migliaia di ex alleati nella rivolta contro lo Sha. Generalmente erano comunisti come il nonno della scrittrice Marjan Satrapi, persona di cui si parla nel cult film tratto dalla graphic novel scritta dalla nota regista. I due ex incaricati delle purghe khomeniste sarebbero Mostafa Pour Mohammadi e Sayed Ebrahima, il primo oggi è ministro di giustizia, l’altro procuratore generale della repubblica islamica. Saranno entrambi a Roma per incontrare i loro omologhi italiani. E magari per stringere accordi anche in materia di lotta alla droga e alla criminalità. Insomma Renzi e il suo governo rischiano di stringere mani sporche di molto sangue.
D’altronde solo quest’anno le esecuzioni in Iran sarebbero state 980, sempre secondo i dossier di «Nessuno tocchi Caino» (che il segretario Sergio D’Elia e la neo incaricata presso l’Onu sui diritti umani Elisabetta Zamparutti hanno illustrato venerdì scorso alla sede del Partito radicale transnazionale in via di Torre Argentina) con un incremento del 22 per cento rispetto alle 800 esecuzioni del 2014. L’Italia, essendo il Paese che è riuscito a imporre all’Onu proprio la moratoria sulle esecuzioni, dovrebbe trovarsi in grande imbarazzo nel ricevere così in fretta il capo di uno stato che fino a pochi mesi fa era considerato «canaglia».
Rohuani secondo D’Elia non può essere investito da questa ondata di fiducia solo in nome degli affari che tutta Europa vuole fare con i mullah. Ricordate dai radicali anche le minacce a Israele e la sponsorizzazione al terrorismo islamico di matrice sciita, cioè hezbollah e dintorni. E anche a livello internazionale le incognite sono enormi: in Arabia Saudita in questi giorni si è scatenata una campagna di stampa contro l’Iran e il suo sostegno al terrorismo internazionale. Persino l’ex premier algerino dell’epoca della guerra civile degli anni ’90 oggi sostiene in un’intervista al quotidiano «Al shark al awsat», edito da liberali sauditi in quel di Londra, che il Fis algerino prendeva i soldi da Teheran. Rohuani viene a Roma dopo che tra il 13 e il 16 gennaio i giornali di tutto il mondo avevano parlato delle ultime esecuzioni tenute nei temutissimi supercarceri «Adelabad» di Shiraz e «Lakan» a Rasht: cinque persone di cui una minore di età. Per i Radicali oggi Renzi riceverà quindi «il capo dei boia mondiali», senza alcuna garanzia che i futuri affari delle imprese iraniane in Italia e italiane in Iran possano servire a far cambiare rotta a questo regime che lapida le adultere e impicca gli omosessuali alle gru.