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I diritti negati alle donne dell’Islam. "Obbedire sempre e tenere il velo"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Roma, 27 gennaio 2016 - C’È ISLAM e Islam. Ma i diritti delle donne – in metà dei Paesi anche dal punto di vista delle stesse donne musulmane – non hanno spesso molta cittadinanza nel comune sentire. A mostrarlo è una ricerca che il Pew Center – think thank indipendente americano – ha effettuato con 38 mila interviste “de visu” in 39 nazioni. In 20 dei 23 Paesi nei quali è stato chiesto se una donna debba sempre obbedire al marito almeno la metà degli intervistati ha risposto di sì, con percentuali altissime in Sudest asiatico, Sud Asia, Medio Oriente e Nordafrica. Il maggior numero di sì è in Malesia (96%), seguita da Afghanistan (94%), Tunisia e Indonesia (93%), Marocco e Iraq (92%). L’Egitto è all’85%, il Libano al 74%. Meno omogenee le risposte in Asia centrale. Si va dall’89% del Tajikistan, al 65% della Turchia al 51% del Kazakstan. Solo tra i musulmani europei la musica è diversa. Se i musulmani russi fanno eccezione piazzandosi sopra la metà di sì, (69%), la Bosnia è al 45%, l’Albania al 40% e il Kosovo al 34%. Le cose vanno meglio alla domanda: devono essere le donne a scegliere se mettere il velo? Prevalgono largamente i sì in Europa (in Bosnia siamo al 92% in Kosovo al 91%, in Albania all’85%, in Russia al 65%) ma anche in Asia centrale (la Turchia è al 90%) e nel Sudest asiatico (Indonesia e Thailandia 79%, Malesia 77%) mentre l’Asia meridionale si spacca: al 70% del Pakistan fa fronte un 56% del Bangladesh e soprattutto un 30% dell’Afghanistan, dove il velo nella sua versione più estrema, il burka, è ancora molto popolare.  NEL MEDIO Oriente e in Nordafrica a fronte di un 89% di sì in Tunisia e 85% in Marocco, abbiamo il 53% nei Territori Palestinesi il 46% in Egitto e il 45% in Iraq. L’Africa subsahariana è la sola regione dove la maggioranza dei musulmani pensa che il diritto di scelta sul velo non spetti alle donne. Con l’eccezione del Senegal (58%) tutti gli altri Paesi sono sotto il 50%: Mali 42%, Kenia 41%, Niger 34%, Camerun 33%, Nigeria 30% e Repubblica democratica del Congo 29% (dove i musulmani sono largamente minoranza, meno del 4%, ma sono evidentemente radicali). Sul divorzio in 13 dei 22 Paesi nei quali è stata posta la domanda almeno la metà dei musulmani intervistati ha detto che una donna ha diritto di divorziare. L’opinione è largamente prevalente tra i musulmani europei (Bosnia 94%, Albania 84%, Russia 60%) e dell’Asia centrale (Turchia 85%), ma non certo tra i musulmani del resto d’Asia (Indonesia 32%, Pakistan 26%, Malesia 8%, con l’eccezione del Bangladesh, 62%). Spaccato il Medio Oriente/Nordafrica. A fronte di un 81% di favorevoli in Tunisia e 73% in Marocco, in Egitto e Giordania siamo al 22% e in Iraq al 14%. Da notare che in molti Paesi (Liberia 72%, Pakistan, Mali, Etiopia 71%), il divorzio in quanto tale è definito moralmente sbagliato, percentuale che crolla in altri (Egitto 6%, Libano 8% Iraq 26%). Quanto ai diritti di successione, solo in 12 Paesi su 23 la risposta della maggioranza è che devono essere uguali per figli maschi e femmine. Se i Turchia siamo all’88% e in Indonesia al 76%, in Pakistan si cala al 53%, Libano al 35%, in Afghanistan al 30%, in Egitto al 26%, in Iraq al 22%. E in Marocco e Tunisia appena al 15%. Due sessi, due misure.

di ALESSANDRO FARRUGGIA

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