Helena Bonham Carter e Meryl Streep "Suffragette" per i diritti delle donne
Londra primi anni del '900, le suffragette guidate da Emmeline Pankhurst protestano e danno battaglia a costo di carcere e violenze per convincere il premier a allargare alle donne il voto. In Italia si festeggiano il 10 marzo i 70 anni dal suffragio universale e ci sono paesi come l'Arabia Saudita per i quali il voto femminile non conta (la prima volta è stata a dicembre). La storia sembra antica ma non lo è affatto. Sarà per questo che il film Suffragette che racconta gli anni di Londra romanzando storie e personaggi assolutamente veri (Castelvecchi pubblica l'autobiografia della Pankhurst) riscuotendo grande interesse, Italia compresa.
"E' un film in costume, ma di grande attualità e dedicato alle donne di oggi", ha detto la regista inglese Sarah Gavron che con la produttrice Faye Ward è in Italia per presentarlo. Arriva in sala dal 3 marzo in 124 copie da Bim e Cinema di Valerio De Paolis accompagnato da tante iniziative: oltre ad un'anteprima stasera al Maxxi di Roma, domani a Bologna sarà al centro di un evento con la Cineteca in cui saranno proiettati anche preziosi filmati d'epoca delle manifestazioni, mentre domenica 6 marzo nell'ambito di Montecitorio a porte aperte, accessibile a tutti sarà nella sala della Regina alla Camera una proiezione istituzionale, presente Laura Boldrini.
L'8 marzo poi partirà un vero e proprio tour, Suffragette 2.0, condotto dalla attivista e scrittrice Lorella Zanardo per sensibilizzare i giovani alla parità di genere, da Milano a Scampia passando per Roma. E anche tante associazioni si stanno impegnando con questo film, come la Di.Re. presieduta da Titti Carrano che metterà dei presidi di sensibilizzazione anti-violenza fuori alcune sale cinematografiche.
Il dramma nella Londra dei primi anni del Novecento con Carey Mulligan, protagonista insieme ad un cast in cui spiccano Helena Bonham Carter e Meryl Streep, racconta una storia davvero poco conosciuta, specie per le giovani generazioni che non sanno quali grandi battaglie sono dietro ad un diritto basilare civico come il voto alle donne. "Preparando il film abbiamo avuto come motivazione principale - risponde la Gavron - proprio questo: volevamo raccontare qualcosa che i giovani neppure sospettano. E' stata ad esempio in Inghilterra una grande soddisfazione sapere quante giovani donne e anche ragazzi sono andati a vederlo, ne hanno dibattuto sui social network.
Il voto alle donne è un diritto, non per tutte le donne del mondo e rientra in una più generale problematica di gender gap. Pensiamo - ha aggiunto - che 62 milioni di donne non hanno accesso all'istruzione, che 2/3 sono analfabete, che occupano il 22% di posti in Parlamento e poco importa se sono il doppio del 1995. Sono per noi donne diritti fragili, acquisizioni recenti. Ci vuole diritto al diritto: parità salariale per prima cosa".
Ci sono voluti cinque anni per fare il film, "ma volevamo tirare fuori dalle tenebre la storia di queste donne del popolo che rischiando tutto si sono battute". La data è vicina a quella dell'8 marzo, "da festeggiare sempre, è un vincolo con la storia - ha detto la regista - un giorno in cui i media sono costretti a parlare delle donne". Divertente l'aneddoto sul cast: "Gli agenti degli attori per i ruoli maschili esprimevano perplessità per la brevità e le poche battute - ha detto la produttrice Ward - noi abbiamo risposto così: benvenuti nel nostro mondo!".