Laura Boldrini, l'impegno per la tutela dei diritti delle donne
Dalla questione del lavoro alla lotta al femminicidio, la presidente della Camera Laura Boldrini si è spesa in più occasioni per l'uguaglianza di genere. Ecco alcune delle sue battaglie.
C’è chi la ama e la supporta, c’è chi non ne accetta la retorica e l’atteggiamento ‘radical chic’. Certo non si può dire che la presidente (a lei piace venga usato l’articolo femminile) della Camera Laura Boldrini non si sia in più momenti spesa a favore dei diritti umani e, in particolare, di quelli delle donne. Ecco alcune delle sue battaglie.
L’IMPEGNO CONTRO IL FEMMINICIDIODa sempre attenta alla tutela delle donne (per la quale, ha detto, «serve un impegno educativo di lungo periodo»), in occasione della festa a loro dedicata, l’8 marzo 2016, la Boldrini ha avanzato la proposta di esporre a Montecitorio le bandiere a mezz’asta per ogni vittima di femminicidio. «Io sono certa che i cittadini e le cittadine apprezzerebbero e lo farebbero proprio, è un mezzo efficace per fare arrivare il messaggio che le istituzioni, anche simbolicamente, vogliano contrastare questo odiosissimo reato», ha affermato. Un modo per ravvivare i simboli, utilizzandoli a favore di una causa importante.
LA PARITÀ DI GENERE LINGUISTICAMa anche il linguaggio è, a suo modo, un simbolo. E infatti, nel 2014, la presidente ha lanciato una vera e propria battaglia per l’utilizzo del femminile nei mestieri svolti da donne: «la ministra», «la chirurga», «la prefetta». Un cambiamento importante sul piano sociale e culturale. Per la Boldrini, il problema sta nel fatto che «non si vuole assorbire il concetto che se un mestiere è svolto da un uomo si declina al maschile, se è fatto da una donna si declina al femminile, mentre è giusto che queste ultime abbiano un riconoscimento di genere».
IL LAVORO DELLE DONNEConsiderato il forte interesse relativo al ruolo della donna nella società, non poteva e non può mancare, nell’attività dell’onorevole, l’impegno sulla questione del lavoro. Un problema da affrontare in quanto fondamentale per il rilancio del Paese ma anche per rinnovare e tutelare l’immagine della figura femminile in Italia, spesso ‘relegata’ ai fornelli: «Una donna che non lavora non è una donna libera, neanche dalla violenza domestica, perché si sentirà più insicura di fare quella scelta di lasciare quella casa dove regna la violenza», ha affermato la presidente durante la cerimonia finale del Premio Immagini Amiche nel 2015.
«IL TALENTO DELLE RAGAZZE VA OLTRE MISS ITALIA»Del tutto contraria ai modelli femminili ‘devianti’ proposti in tivù, la Boldrini ha anche approvato a gran voce, nel 2013, la scelta della Rai di fermare la messa in onda di Miss Italia. In quell’occasione, durante un intervento alla Camera del Lavoro, l’onorevole si era detta confortata: «Si tratta una scelta moderna e civile e spero che le ragazze italiane per farsi apprezzare possano avere altre possibilità che non quella di sfilare con un numero. Hanno altri talenti», ha affermato.
«LA MATERNITÀ SURROGATA FAVORISCE LO SFRUTTAMENTO»Più di recente, a fine febbraio 2016, la presidente ha espresso la sua opinione anche sulla questione relativa alla maternità surrogata, dicendo di non approvarla perché «si presta allo sfruttamento delle donne, specialmente quando sono giovani di Paesi poveri a prestarsi per conto terzi».