Gogi, un'eroina dei fumetti per i diritti delle donne pakistane | LifeGate
I genitori di Nigar Nazaravrebbero voluto che diventasse un medico, ma la passione per il disegno e i fumetti alla fine, hanno avuto la meglio. "Studiavo, ero brava, ma i margini dei miei libri erano pieni di schizzi e vignette", ricorda la prima vignettista donna del Pakistan, le cui strisce oggi, sono famose in molti paesi arabi, dalla Libia alla Turchia.
Il successo di Nigar con Gogi
Il successo per Nigar è arrivato con
Gogi, la protagonista della serie di vignette che l'ha resa celebre in Pakistan e all'estero. Gogi è un'eroina moderna, un personaggio colto e progressista sempre vestita con abiti tradizionali ma rigorosamente a pois. Nelle sue avventure esplora la cultura del paese, a maggioranza musulmano, e sostiene i diritti delle donne in una cultura tradizionalmente maschilista. I fumetti di Niger Nazar contengono messaggi importanti sull'educazione femminile e il rispetto dell'ambiente, ma nel contempo mettono in evidenza stereotipi e contraddizioni della vita quotidiana in Pakistan. "Traggo ispirazione da quanto accade intorno a me" ha spiegato la disegnatrice, che in una delle sue strisce più famose analizza il perché molte famiglie pakistane preferiscano avere figli maschi anziché femmine.
La strada per il successo, comunque, è stata faticosa per questa pioniera del fumetto. "Non esistevano corsi di vignettistica all'accademia di belle arti dove ho studiato dopo essermi ritirata da Medicina" racconta, "quindi ho cominciato con dei manuali per corrispondenza e molta buona volontà".
Le difficoltà per Gogi in un paese come il Pakistan
Anche se molto amata in patria, non sempre Gogi trova spazio sui giornali locali dove, ammette l'autrice, "i fumetti sulle questioni sociali non sono popolari come quelli sulla politica". A complicare le cose c'è il fatto di vivere in un paese al 147 posto su 180 nella
lista stilata da Reporter senza frontiere per la libertà di stampa.
"Cerco di tenermi alla larga dalla religione e da altri temi difficili, ma nel mio piccolo credo di aver infranto dei tabù" aggiunge. "In alcuni casi ho chiesto e ottenuto l'approvazione delle autorità islamiche competenti per diffondere vignette contro la violenza sulle donne e per il diritto all'educazione delle bambine. Credo che a volte una vignetta, a volte, possa esprimere quello che non si riesce a dire con le parole".