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Violenza contro le donne, un “no” dalla Puglia a Barcellona

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

C’è anche una tarantina tra i quindici finalisti dell’edizione del concorso letterario “A Sea of Words” che quest’anno è stato dedicato al tema della violenza contro le donne. Valeria Mingolla, giovane giornalista e collaboratrice del nostro giornale, è infatti una delle due autrici italiane che parteciperanno alla finale di Barcellona dal 7 al 9 novembre prossimi. Il suo racconto, “Chicca sta correndo”, è entrato, dopo un lavoro di selezione durato tutta l’estate, nella rosa dei prescelti del concorso organizzato dall’European Institute of the Mediterranean (IEMed) e dalla Fondazione Anna Lindh che dal 2008 raccoglie racconti scritti da giovani autori provenienti da tutta Europa. Chicca, la protagonista del racconto di Valeria Mingolla, è una giovanissima vittima molto simile a quelle di cui, purtroppo, la cronaca nera ci parla ormai con frequenza impressionante. Una vittima sola e indifesa, donna. Il tema di quest’anno di “A Sea of Words”, in linea con le finalità dello IEmed, era proprio “Combattere la violenza di genere”.

Con Valeria, in finale, solo un’altra autrice italiana, gli altri scrittori provengono da vari Paesi dell’Europa Mediterranea (Italia, Croazia, Siria, Egitto, Algeria, Libano, Germania, Tunisia, Polonia, Giordania e Turchia) e tutti si ritroveranno a novembre per la cerimonia finale in Spagna, dove prenderanno parte a un workshop di scrittura con esperti internazionali e saranno accompagnati in una visita guidata a Girona.Le 15 storie già selezionate dalla giuria saranno intanto pubblicate entro il mese di dicembre sia in lingua originale che in lingua inglese.

Lo IEMed si è da sempre distinto per la lotta per l’uguaglianza di genere avendo redatto, in occasione della Prima conferenza ministeriale di Istanbul nel 2006, il documento preliminare sul tema “Rafforzamento del ruolo delle donne nella società: il ruolo della cultura e dei media come principali strumenti per l’evoluzione della mentalità” e avendo, dal 2013, promosso la Fondazione delle Donne Euro-Mediterranee (Ffeem).Si tratta di una vera missione culturale: la violenza di genere si traduce in ogni espressione di violenza o abusi relativi ai diritti delle donne e va quindi ben al di là dell’aggressione fisica o sessuale. In molti casi viene perpetuata da comportamenti discriminatori e disuguaglianze (basti pensare al divario salariale tra uomini e donne, alla mancanza di donne in posizioni di responsabilità, alla discriminazione contro gli stereotipi femminili nei media che riducono la figura femminile a mero oggetto sessuale).Purtroppo - qui sta la battaglia dello Iemed - la base di questa disuguaglianza risiede nella mentalità della società dei paesi Europei, in particolar modo nelle aree meridionali e orientali nelle quali spesso si registrano comportamenti discriminatori.C’è ancora molta strada da fare nella lotta contro la violenza di genere, sostengono gli organizzatori, ma il linguaggio della letteratura può certamente costituire uno strumento prezioso per provare a mettere in discussione le convinzioni e gli stereotipi profondamente radicati nella nostra cultura.

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