Suffragio universale e diritti delle donne: convegno alla Sapienza
Si è svolto oggi, 22 settembre alla Sapienza il convegno per i 70 anni del suffragio universale, con la partecipazione della Senatrice Anna Finocchiaro
Storia
Tracciando un excursus storico, il diritto di voto per le donne è stato proclamato con il decreto legislativo Bonomi il 31 gennaio 1945, mentre l’eleggibilità con il decreto“Norme per l’elezione dei deputati all’Assemblea costituente” (74 del 10 marzo 1946).La Consulta, riunita in attesa del Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946, è stata il primo organismo politico nazionale a cui hanno partecipato anche le donne, per la precisione 13.IL 2 giungo 1946 è stata la prima occasione in cui anche le donne hanno potuto votare ed essere elette, infatti 21 donne furono elette nella Costituente (le 21 prime parlamentari).
Il voto di Anna MagnaniQuesto convegno è stato organizzato proprio per celebrare i 70 anni di suffragio universale e per riflettere sull’importanza su significato che ha avuto per le donne.L’incontro è stato introdotto dal Magnifico Rettore, Eugenio Gaudio,insieme ad una delle organizzatrici, la professoressa Giuliana Scognamiglio e aperto con il saluto della senatrice Anna Finocchiaro.
Il programma completo è consultabile a questo link
Intervento di Anna Finocchiaro
La senatrice ha ricordato che il Decreto Bonomi è stato approvato come ultimo punto all’ordine del giorno tra reticenze e imbarazzo e non è stato universale infatti vivano escluse le prostitute “vaganti”, quelle che esercitavano in modo visibile e non nelle “case chiuse”, clausula poi eliminata nel 1947.Ha ricordato anche come sia stato sottovalutato il ruolo delle donne partigiane, nonostante le donne non siano state solo staffette ma molte siano state arrestate, condannate e fuciliate e nessuna di loro ha mai ceduto alla tortura.La senatrice ha anche ricordato che i due uomini più importanti per l’ottenimento del suffragio universale sono stati Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, che lo hanno fortemente voluto nonostante la contrarietà dei rispettivi partiti anche se subito prima del Referendum monarchia-repubblica. “Se le donne italiane hanno ottenuto il diritto di voto lo devono a Togliatti e De Gasperi”, queste le parole di Anna Finocchiaro.
Contributo delle donne
Rimangono però disparità all’interno del diritto tra uomini e donne, in particolare in riferimento all’adulterio per cui secondo il Codice Penale del 1930 (art-559) soltanto la moglie adultera veniva punita, fino al 1968.Da quando è stata aperta loro la possibilità, le donne italiane sono sempre state protagoniste della scena pubblica del paese, portando un contributo di qualità.Considerati questi fattori, in sostanza “le donne hanno fatto da sole”, secondo le parole della Senatrice, conquistandosi il loro posto nella scena politica. In questo senso sta crescendo anche il coinvolgimento delle donne nella vita politica, soprattutto tra quelle istruite e indipendenti (secondo uno studio di Nando Paglioncelli, citato dalla senatrice).
Il convegno
Durante il convegno è emerso che le donne sono state a lungo considerate dal diritto solo in quanto mogli e madri, nonostante il privato sia “luogo della più rigida disuguaglianza” secondo Hannah Arendt in Vita Activa, La condizione Umana.
Una legislazione a favore della donna sia a favore dell’intera società perché sono state soprattutto le donne a implementare la costituzione e in particolare l’articolo 3 sull’eguaglianza, secondo Maria Teresa Antonia Morelli dell’Università degli studi di Teramo.
L’acquisizione di maggiori diritti,da parte delle donne, secondo Giuditta Brunelli dell’Università degli studi di Ferrara, cambia tutto l’ordinamento giuridico e non riguarda solo le donne, soprattutto per il contributo che portano in politica che le ha viste protagoniste soprattutto della promozione dell’Articolo 3 della Costituzione, sull’eguaglianza.
Dal punto di vista sociologico, grazie all’analisi della professoressa Mariella Nocenzi della Sapienza emerge come le donne debbano essere sia destinatarie sia promotrici di una democrazia universale, che sia basata sulla diversitive sensitive e non sulla render sensitive e i passi avanti che ancora bisogna fare in questo senso.
Conclusione
La mattinata è stata conclusa dall’intervento del professor Mario Morcellini, che ha ricordato il ruolo innovativo dell’università, che è stata un ottimo laboratorio per la parità di genere soprattutto dato che le donne sono velocemente diventata competitive anche per quanto riguarda l’ultimo ciclo di formazione, dottorati e master.Ha concluso sottolineando come dal percorso che ha portato al suffragio universale emerga che la lotta alla disuguaglianza parta sempre dalle minoranze all’interno della società.