Partita la mobilitazione nazionale dell'UDI per rimettere al centro i diritti delle donne
Ieri 26 settembre, giornata mondiale sulla contraccezione, è partita la mobilitazione nazionale lanciata da UDI Unione Donne Italiane, che durerà un anno, per rimettere al centro del confronto con le istituzioni, i diritti delle donne all’autodeterminazione sul proprio corpo e nel lavoro, nella maternità, nella cultura, nei sistemi educativi, nella possibilità di rappresentarsi ed essere rappresentate.
In una nota UDI si legge: "Alle ore 11, in tante e da tutta la regione, davanti alla sede dell’Assemblea legislativa, abbiamo esposto con le modalità che ci appartengono, le ragioni della nostra presenza e della nostra iniziativa. Erano con noi anche donne di altre associazioni e della CGIL regionale e dei territori. Sono intervenute donne che hanno portato la loro testimonianza ed esperienza nel campo della maternità, della fecondazione medicalmente assistita, della contraccezione ed interruzione di gravidanza, evidenziando i gravi problemi rappresentati dall’obiezione di coscienza, dalla precarietà e dal mobbing nei luoghi di lavoro. Un’attrice, Donatella Allegro, ha eseguito letture a sostegno della mobilitazione. Nove delegate delle UDI della Regione e Laura Piretti responsabile di UDI nazionale, insieme ad una rappresentante della Cgil regionale e del CDG, hanno incontrato l’Assessore alla Salute e l’Assessora alle Pari opportunità della Regione a cui hanno consegnato un report con dati narrazioni e nostre criticità."
L'UDI ha esposto istanze precise:
- prevenzione e contraccezione sicura e gratuita
- campagne di informazione nelle scuole sulla sessualità, affettività, nuovi rapporti fra i generi
- regolamentazione dell’obiezione di coscienza in applicazione dell’art 9 della legge “194” poiché l’obiezione costituisce interruzione di un pubblico servizio con la previsione di servizi obbligatori alternativi per chi obietta
- pari dignità con i percorsi nascita, di IVG e fecondazione medicalmente assistita
- applicazione della Legge 26/98 sui parti a domicilio e sull’autodeterminazione nella scelta del modo oltre che luogo del parto
- tavoli di confronto permanenti territoriali e regionale con le Associazioni delle donne su salute e violenza sulle donne.
"Le nostre proposte sono state accolte positivamente dagli Assessori e funzionari presenti che hanno recepito la sollecitazione a far sì che la Regione ER si faccia interprete anche a livello nazionale di una posizione precisa e più avanzata sui temi della salute delle donne. L’incontro si è concluso positivamente con già due appuntamenti per costruire, fra UDI e Regione, un percorso operativo volto ad affrontare e dare risposte alle criticità che abbiamo sollevato" si conclude il comunicato.