Stampa

«Sono la guardiana di me stessa»: la protesta delle donne saudite contro la segregazione

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Sono la guardiana di me stessa, #IamMyOwnGuardian. È il grido di protesta delle donne saudite che hanno aderito alla campagna lanciata da Human Rights Watch che —come abbiamo raccontato anche sulla 27esima ora, —ha denunciato la segregazione femminile nel Paese governato da Re Salman. Secondo la legge saudita tutte le donne devono rispondere ad un uomo, che sia il marito, il fratello o al figlio maggiore. Il risultato è che sono i «guardiani» ad accordare il permesso per qualunque cosa: lasciare il paese, accedere alle cure mediche, fare un colloquio di lavoro. Perfino per uscire di prigione le donne hanno bisogno del benestare di un uomo.

Tra le sostenitrici della campagna, Aziza Al-Yousef, attivista che da tempo si batte per i diritti delle donne saudite, compreso quello di poter guidare. «La segregazione non è una questione che riguarda solo gli uomini», ha spiegato al Guardian. Ma negli ultimi anni il movimento di protesta contro i «guardiani» è diventato sempre più forte. La campagna lanciata da Human Rights Watch ha raggiunto 14,682 firme e l'hashtag #IamMyOwnGuardian e #StopEnslavingSaudiWomen sono stati tra gli argomenti più discussi in rete.

Per due volte, nel 2009 e nel 2013, l'Arabia Saudita, su pressione della comunità internazionale, ha introdotto alcune riforme per permettere alle donne di lavorare, e di partecipare alle elezioni comunali. Tuttavia si tratta di riforme limitate che, come visto anche nel caso della partecipazione politica, hanno sortito pochi effetti. Meglio va sul fronte economico, dove le donne sono state coinvolte e chiamate a lavorare, anche per contrastare la dipendenza del paese dal petrolio. Secondo alcuni osservatori, ci sarebbero anche membri della famiglia reale disposti a rivedere le regole che impongono alle donne di essere sempre accompagnate da un uomo. «È tempo di aver fiducia nella capacità delle donne», ha scritto Abdullah Al-Alweet, opinionista di al-Watan, sottolineando come il versetto del Corano che recita «Gli uomini sono i protettori delle donne», venga mal interpretato. Ma, evidentemente, non tutti in Arabia Saudita ancora la pensano così.

27 settembre 2016 (modifica il 27 settembre 2016 | 11:21)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna