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«Caro papà, non votare Trump. Tradiresti noi donne»

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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«Se Donald Trump vincerà le elezioni in novembre, non sarà lui ad avermi portato via tutto quello per cui ho lottato per anni. Sarai stato tu. Sari tu il killer a sangue freddo dei diritti delle donne. Sarai tu a rubare a milioni di giovani dome il rispetto che meritano e il senso di sicurezza...E insieme taglierai i fili che ci legano. Davvero tieni più a lui che a noi?»

A scrivere è una quasi trentenne americana di origine venezuelana che racconta anni di rapporti con il padre. Da quando era bambina fino al suo primo voto. Lei scelse di essere indipendente. Votò Kerry. Lui le disse di non tornare a casa se l’avesse fatto. Uno scontro politico familiare andato avanti per anni a ogni elezione: dal certificato di nascita di Obama all’«idiozia» di Bush jr. che passava ai suoi elettori ritornando al presidente in carica definito comunista. Con Trump però si va oltre il piano politico dello scontro. 

«Non ti sto scrivendo per convincerti che Hillary Clinton è la scelta migliore. È impossibile, come è impossibile per te convincermi a votare Donald Trump. Ti scrivo questa lettera per dirti quanto mi spezzi il cuore la scelta che hai fatto...Vedi papà, sembra che tu abbia dimenticato di avere due figlie e una moglie. E sembra tu abbia chiuso gli occhi davanti alla violenta misoginia di Donald Trump. È un uomo che chiama le donne che non gli piacciono “graasi maiali”, “cani” e “animali disgustosi”. Donald Trump è un uomo che ha detto che le molestie sessuali nell’esercito sono normali. Sei d’accordo vero, come sostenitore di Trump e uomo che ha servito in marina? Se io avessi scelto di seguire le tue orme, le molestie sarebbero state parte del pacchetto».

«Donald Trump, potresti obiettare, sta rendendo le donne più forti sottoponendole a continui insulti. Potresti pensare, papà, che il motivo per cui entrambe le tue figlie hanno sofferto di disturbi dell’alimentazione non abbia niente a che fare con le insicurezze legate alle aspettative verso il nostro genere. Siamo solo troppo sensibili, vero papà?». I diritti dei neri, quelli delle donne e dei malati. «Lo sai papà che io ho l’Obamacare? Senza non potrei permettermi un medicinale salvavita. E abuela, la nonna, tua madre, ha il sostegno sanitario che Trump vuole eliminare...Devo chiederti papà, se ti prenderai tu cura di noi quando Trump ci avrà tolto queste cose? Oppure ci dimenticherai come si sta lui dimenticando di noi».

«La mia paura più grande è però che sostenendo un uomo che insulta così le donne anche tu arrivi a condividerne le posizioni. Quando Trump ci avrà tolto i nostri diritti, quando la sua presidenza ci avrà tutte messe nella posizione di avere bisogno, non diventerò anche io una cercatrice d’oro come lui considera tutte le donne? Alla fine forse non mi servirà niente, neanche l’assicurazione sanitaria perché il mio valore sarà niente». 

Gli esempi sono decine: nessun accesso ai fondi per la madre perché non ci si può fidare delle mogli, niente secondi figli perché le gravidanze sono un peso per i datori di lavoro, nessuna fiducia negli immigrati. «Come ti fa sentire Trump quando insulta gli immigrati? Quando insulta gli ispanici? Non ferisce il tuo orgoglio visto che sei di origini venezuelane e cubane? Non ti si spezza il cuore per i tuoi impiegati afroamericani quando dice che Black Lives Matter è un’organizzazione terroristica?». Firmato la tua figlia maggiore dimenticata.

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