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Il Consiglio d’Europa boccia il rapporto sulla maternità surrogata

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Il primo, controverso rapporto dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sulla maternità surrogata è stato bocciato con 83 «no», 77 «sì» e 7 astenuti. Una vittoria per le donne e gli uomini che si battono contro la pratica dell’utero in affitto. La battaglia è stata senza esclusione di colpi. Petra De Sutter, la senatrice verde e ginecologa transgender che a Gand, in Belgio, dirige un’unità dove la maternità surrogata è praticata, aveva provato a far approvare il rapporto in Commissione Affari sociali ma era stata battuta per ben due volte, a marzo e ad ottobre. Non paga la senatrice aveva deciso di portare all’assemblea plenaria una raccomandazione che prevedeva l’elaborazione da parte del Comitato dei ministri di Linee guida «in difesa dei diritti dei bambini» sulla maternità surrogata ma che da molti era vista come un escamotage per autorizzare la pratica, già condannata dal Parlamento europeo il 17 dicembre 2015. «Sono molto contenta — ha detto prima di prendere l’aereo per tornare in Italia Eleonora Cimbro (Pd) —. Per noi è un grande risultato che dopo la bocciatura del rapporto in Commissione le raccomandazioni siano state respinte . C’è stato un respingimento totale della linea De Sutter. Il Consiglio d’Europa ha ribadito che oltre ai diritti dei bambini ci sono anche i diritti delle donne, che non esiste una distinzione chiara e precisa tra maternità surrogata commerciale e altruistica».

Il voto

Per essere approvato il rapporto avrebbe dovuto raccogliere il sostegno dei due terzi dei votanti. In prima linea per il no si è schierata gran parte della delegazione italiana, composta da 18 parlamentari, tra cui Eleonora Cimbro (Pd), Maria Teresa Bertuzzi (Pd) e Milena Santerini (Democrazia solidale-Centro Democratico) che sono intervenute anche in aula. Hanno votato no anche i membri del Movimento 5 Stelle, (Di Stefano, Spadoni, Catalfo e Santangelo), due parlamentari di Forza Italia, (Galati e Centemero), e la senatrice Gambaro del gruppo misto. I soli italiani a sostenerla sono stati Nicoletti e Rigoni del Pd e Giro (Fi). La delegazione britannica si è divisa quasi a metà come anche quella tedesca mentre hanno votato interamente o in maggioranza per approvare la raccomandazione quelle belga, cipriota, olandese, portoghese e ceca.

Il seminario

Per motivare il no al rapporto Milena Santerini aveva organizzato lunedì 10 ottobre a Strasburgo, assieme ad altri componenti della delegazione, il seminario «diritti dei bambini e delle donne, riflessione sulla maternità surrogata». Molti degli intervenuti hanno messo in evidenza che in realtà la raccomandazione al voto non mira a difendere i diritti dei minori nati dalla maternità surrogata, cosi come indica il titolo del rapporto, ma piuttosto a validare la pratica dell’utero in affitto.

Il dono che non esiste

Al seminario di Strasburgo Francesca Izzo (Se non ora quando - Libere) e Ana-Luana Stoicea-Deram (presidente del Collectif pou le respect de la personne) hanno sostenuto che non c’è alcuna distinzione tra quella che è chiamata maternità surrogata commerciale e quella definita «gratuita», perché entrambe si fondano su un contratto, e che questo trasforma il ventre della madre e il nascituro in beni commerciabili.

Le femministe francesi

Fondamentale ai fini della bocciatura è stata anche la pressione esercitata dal movimento internazionale Stop Surrogacy Now e delle femministe di Corps, guidate dalla filosofa Silvyane Agacinski e da Laurence Dumont, vicepresidente socialista del Parlamento francese che hanno scritto a tutti i parlamentari membri del Consiglio per esprimere il loro dissenso sulla relazione. Un passa parola che alla fine sembra aver pagato visto il risultato.

11 ottobre 2016 (modifica il 11 ottobre 2016 | 20:51)

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