Mantova, 100 firme contro la festa per don Walter - Cronaca
MANTOVA. Indignazione. È il sentimento che pervade le 98 persone, in maggioranza donne, firmatarie della lettera, pubblicata martedì sulla Gazzetta, con cui si stigmatizza lo spettacolo in onore di don Walter Mariani, il sacerdote in carcere dopo una condanna definitiva per violenza sessuale su due donne. Un gruppo di amici e parrocchiani si ritroveranno venerdì, nel teatrino di San Leonardo (la sua parrocchia) per ricordare il sacerdote e dimostragli vicinanza in questo difficile momento della sua vita.
«Non si può festeggiare qualcuno che è in galera per un reato come la violenza sessuale: è una mancanza di rispetto nei confronti delle donne vittime» dice Claudia Forini, operatrice sociale e attivista per i diritti delle donne. È sua la prima firma in calce alla lettera condivisa da un centinaio tra uomini e donne, tra cui l’assessore di Mantova alle politiche educative Mariana Pavesi e il consigliere comunale del Pd di Mantova Rachele Bertelli. Con loro ci sono anche attiviste per i diritti delle donne come Patrizia Quadri e Livia Fenaroli. «C’è anche gente di fuori Mantova e stranieri che ci hanno appoggiato - dice la Forini - Facciamo parte del gruppo Facebook che si chiama “Chi colpisce una donna colpisce tutte noi” che sta coagulando la protesta».
E proprio dal web è partita la mobilitazione contro la festa per don Walter, da più di due anni in carcere. «Quando abbiamo letto sul giornale di quell’appuntamento organizzato da amici e parrocchiani del sacerdote l’indignazione è sorta spontanea. Ci siamo rimaste male che professionisti stimati come il dottor Renato Bottura e il dottor Enrico Baraldi siano tra i promotori della festa. Noi conosciamo le vittime di violenze sessuali e potete immaginare la loro reazione quando hanno appreso la notizia». Nella lettera c’è un passo molto pesante: «Chi giustifica gli stupratori - scrivono i 98 - alimenta quella cultura patriarcale che nega alle donne il diritto di autodeterminazione e al rispetto del proprio corpo. Quella cultura ha creato i mostri del Circeo definendoli bravi ragazzi della Roma bene e più di recente ha assolto i nove giovani che hanno stuprato per tre anni una ragazzina minorenne». Un pugno allo stomaco che la Forini ribadisce: «Non si può festeggiare chi ha violentato delle donne. Dire che siamo scandalizzati è poco. La solidarietà va espressa alle vittime, non ai carnefici».
«Noi vogliamo semplicemente dare solidarietà ad un amico e stargli vicino, non vogliamo certo mettere in discussione delle sentenze» replica Renato Bottura, geriatra al Mazzali, uno degli organizzatori della festa. Di fronte al vespaio di polemiche sollevato non vi è da parte degli amici del sacerdote alcuna intenzione di recedere: «Lo spettacolo si farà nonostante tutto - garantisce Bottura -, anche perché il ricavato andrà a favore di don Bruno Strazieri, missionario in Ecuador, a cui don Walter dava una grossa mano e che adesso, da quando don Walter è in carcere, è in grossa difficoltà».
All’avvocato Sandro Somenzi, legale di don Walter, non è piaciuto l’accostamento con l’episodio del Circeo e altri: «Prima di dare giudizi così violenti - afferma - bisognerebbe conoscere i fatti e le sentenze, che non consentono paragoni come quello. Il sacerdote è stato condannato per atti sessuali ottenuti mediante minacce e non con la violenza. E la minaccia è stata di tipo ambientale, quindi molto generica: ripeto, non ci sono stati episodi di violenza». (Sa.Mor.)