un disco sperimentale e l’elogio di Sanremo- Corriere.it
Gabriele Ciampi, che non è parente dell’ex Presidente della Repubblica, è musicista, compositore, direttore d’orchestra di grande spessore. E’ uomo che lotta per i diritti delle donne e per i diritti civili. Un intellettuale di 44 anni, nato a roma ma che ora vive a Los Angels, con aperture al pop e perfino al gossip. Michelle Obama si è innamorata della sua musica e l’ha invitato alla Casa Bianca per suonare. Venerdì 18 dicembre è uscito in streaming mondiale il suo quarto disco «Opera», sperimentale e innovativo.
Maestro, lei che ama il gossip, ci può raccontare il suo incontro con Michelle Obama?
«Nel 2015 ho mandato una mail a Michelle Obama inviandole un brano che avevo scritto e lei dopo qualche mese mi ha risposto che voleva invitarmi. E’ stata un’emozione incredibile. Mi disse che con la musica voleva far parlare del tema della violenza sulle donne. E’ così è nata la collaborazione con gli Obama e con la mia musica sostengo anche il movimento #BlackLivesMatter».
Venerdì 18 è uscito «Opera» nato e realizzato durante il lockdown
«Spesso eventi negativi come il lockdown stimolano la creatività. E’ il mio quarto disco, punto di arrivo e ripartenza. Ho cambiato stile, ho lasciato alle spalle il passato. Ho cominciato la sperimentazione unendo due generi: l’elettrinico e il classico. Ho usato strumenti elettronici insieme a un impianto tradizionale con l’orchestra sinfonica».
Come sempre accade nelle sue opere, è presente il tema della parità tra uomo e donna
«Di solito le battaglie femminili partono dalle donne, è giusto invece che siano anche gli uomini a farle e a parlare di disparità. In questo album ho cominciato a dialogare con donne musiciste. Quello che vedo in giro è che si dà il contentino alle donne in tutti i campi. Invece bisogna costruire insieme. Nel dialogo nasce sempre qualcosa di bello e ti compensi nella musica come nella vita. Sul podio voglio avere una donna protagonista: è un mio sogno. Nell’ambiente classico la donna è particolarmente sacrificata».
Un uomo e una donna dirigono in modo diverso?
«Avendo la mia orchestra ho visto che uno stesso brano diretto da una donna era diverso: riusciva a dare un tocco diverso , una emozione diversa».
E’ vero che le piace il Festival di Sanremo?
«Adoro Sanremo, mi piace vederlo e commentare le serate. Quello è l’unico vero patrimonio che abbiamo. Quando sento Al Bano che canta alla sua età con quegli acuti e viene criticato, non mi capacito. Oggi quando sento rapper che se non reppano non sanno fare altro, mi incavolo».
Inaspettata questa riflessione da parte sua
«I giovani spesso vogliono colpire facendo parlare di sè e non della musica. Pensano che vestirsi in modo strano o travestirsi sia originale, ma è una cosa vecchia: l’hanno già fatta Elton John e David Bowie 40 anni fa, ma loro avevano i contenuti. Purtroppo nella musica italiana non c’è ricambio. Modugno con una canzone ha lasciato il segno. Guardando al futuro vedo poca cosa, conta solo avere milioni di follower».
Davvero pensa che non ci siano giovani italiani meritevoli?
«Io sono l’unico italiano nella giuria dei Grammy Awards: non c’è piu un italiano, non arriva più nessuno dall’Italia».
Lei fa musica colta, raffinata. Qual è il suo pubblico?
«Sì sono brani complessi che vengono dal classico, ma alla fine sono semplici.La difficoltà di un compositore è rendere fruibile tutto a tutti. Del resto la musica popolare di una volta era la musica classica, il valore elitario gliel’abbiamo dato noi».
La musica senza concerti, senza teatri sta vivendo un momento durissimo.
«Credo che la prossima estate riapriranno i teatri, almeno qui in America e credo sia giusto così. La pandemia è pericolosa e piuttosto che avere 20 persone in sala è meglio chiudere. Certo qui in America hanno dato sostegni e risorse al mondo dello spettacolo».
L’apertura de suo album è dedicata a «Infinito» che Donna Ferrato, la grande fotografa americana, da sempre impegnata nella lotta per i diritti delle donne, ha voluto come colonna sonora per il suo nuovo libro photo book Holy. Ferrato ha detto di lei: «E stata un’esperienza davvero straordinaria lavorare con un compositore così sensibile».
«Anche per me è stata una esperienza straordinaria. Lei è stata la prima a denunciare la violenza sulle donne, 40 anni fa, con immagini crude. Sono contento che oggi abbia scelto la mia musica».
19 dicembre 2020 (modifica il 19 dicembre 2020 | 02:00)
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