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“Per vincere la sfida delle Pari Opportunità ci vuole un Ministero con portafoglio”

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Quella della parità di genere è una sfida complessa, anche per Mario Draghi. E la trasformazione del Dipartimento delle Pari Opportunità in un ministero vero e proprio, dotato di portafoglio, sarebbe un segnale che non passerebbe inosservato. A chiederlo, le rappresentanti di “Half of It, Donne per la salvezza”, una rete di 40 associazioni che raccoglie al suo interno manager, economiste, accademiche, statistiche, parlamentari e giornaliste, che ieri hanno lanciato un appello in questo senso: “Per uno sviluppo dell’azione di governo che vinca la partita della parità di genere  e della riduzione delle disuguaglianze, riteniamo importante una riflessione sul Dipartimento delle Pari Opportunità. E’ venuto il tempo che diventi un Ministero vero e proprio, con portafoglio, e che il/la sua titolare sieda nel Consiglio dei Ministri con pari poteri degli altri titolari di dicastero”. Il segnale politico sarebbe forte e chiaro, e – si legge ancora nell’appello - “riaccenderebbe nelle italiane la speranza in un percorso di fuoriuscita dalla crisi, attento alle loro necessità e ai problemi specifici della metà del Paese che paga il prezzo più alto all’emergenza Covid in termini di occupazione e di servizi”.

In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, il dibattito sull’importanza di un Ministero delle Pari Opportunità è stato raccolto da più parti, nel mondo politico. "Le donne sono il vero patrimonio su cui oggi bisogna investire se vogliamo vincere la sfida della ripartenza dell'Italia. Una delle premesse fondamentali per risorgere dalla crisi è smettere di essere un Paese arretrato per le scarse opportunità di cui godono le donne, a cominciare dal mondo del lavoro – ha detto la presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani - Non c'è riscatto dell'economia italiana senza un intervento strutturale che permetta alle donne di sollevarsi da una condizione di subalternità, di precariato o di inoccupazione”. E quale intervento strutturale può rivelarsi più incisivo della creazione di una struttura politica “pesante” che faccia delle pari opportunità una questione centrale dell’azione di governo? "E' importante che il ministero delle Pari opportunità di questo nuovo Governo abbia un portafoglio consistente, presieda la costituzione formale dell'Osservatorio per la valutazione dell'impatto di genere, ex ante di monitoraggio ed ex post di tutte le politiche pubbliche - ha detto la senatrice Pd, Valeria Fedeli -  E credo che questo debba essere il vero e importante ministero per lo sviluppo sostenibile, per l'applicazione piena e totale dell'agenda 2030 dell'Onu”. Le competenze restano centrali: come ha osservato la deputata di Forza Italia, Veronica Giannone, in risposta all'appello delle Donne per la salvezza, “Servono donne che sappiano indirizzare la giustizia a 360 gradi, per tutelare i diritti di coloro che si trovano maggiormente in difficoltà, donne capaci di avere un progetto a tutela dell'infanzia". La vicepresidente della Camera Mara Carfagna, da sempre impegnata nella promozione di azioni comuni, ribadisce l’importanza di non perdere la grande occasione offerta dall’Europa: “Formiamo un fronte trasversale di donne per ottenere che una parte significativa e rilevante delle risorse messe a disposizione dall’Europa con il Recovery Fund sia destinato a una vera e propria rivoluzione del welfare, oltre che a incentivi per l’occupazione femminile, così come indicato anche nel piano Colao”. Inutile negare le grandi aspettative riposte a questo punto sul governo di Mario Draghi, a cui da più parti sono arrivate nei giorni scorsi dichiarazioni e indicazioni perché la parità di genere sia adeguatamente rappresentata nel governo che è incaricato di formare.  

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