Pillola del giorno dopo: “Segnalate le farmacie che la rifiutano"
Un farmacista non può rifiutarsi di vendere la pillola del giorno dopo, che le donne (minorenni comprese) hanno il diritto di ottenere senza ricetta medica. Non essendo un farmaco obbligatorio, può non tenerla in giacenza, ma su richiesta è tenuto a procurarsela prima possibile, dato che la somministrazione deve avvenire entro 5 giorni. Per i farmacisti, del resto, non è prevista l'obiezione di coscienza, tantomeno per la pillola del giorno dopo (classificata dall'Agenzia del farmaco come anticoncezionale, e non antiabortivo, come è la Ru486). Niente interpretazioni à la carte dei diritti delle donne, insomma, ha fatto capire ieri l'assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini, intervenuto sui presunti casi di mancata consegna della pillola EllaOne a due donne che l'avevano richiesto, nei giorni scorsi, alla farmacia di Ponte del Giglio, vicino a Lucca, e alla farmacia Passarello, nel centro storico del capoluogo. Entrambi segnalati sulla pagina Facebook del Movimento ''Non una di meno'', da tempo impegnato nel monitoraggio dei disservizi relativi alla contraccezione di emergenza e alla salute sessuale e riproduttiva, e che ha subito organizzato sit in di protesta. Bezzini ha invitato "tutte le donne che dovessero incappare in eventuali casi di rifiuto a segnalarli agli Ordini provinciali dei farmacisti", e gli Ordini a "continuare a prestare attenzione al fenomeno, e ad attivarsi in caso di accertamento". Una presa di posizione che potrebbe adesso incoraggiare gli Ordini a prendere provvedimenti a norma di codice deontologico, fino al caso estremo di sospensione dalla professione.
Sui casi dei giorni scorsi, intanto, invita "a fare chiarezza" il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Lucca, Salvatore Ingrosso: "Ho parlato con entrambe le farmaciste", spiega, "e nessuna delle due, in realtà, ha rifiutato di consegnare la pillola". Quella di Ponte del Giglio, Maria Rosaria D'Atri, "ha solo fatto presente di non averla in farmacia", spiega Ingrosso, "e se l'è poi procurata". L'altra, Maria Gabriella Passarello, ha invece spiegato (anche a Repubblica): "Non l'ho mai tenuta in farmacia perché non rientra fra i farmaci obbligatori, se me l'avessero chiesta me la sarei procurata, ma in tanti anni che sono qui nessuno l'ha mai fatto". Nessuna delle due, in ogni caso, ha nascosto, in merito, il proprio punto di vista: "La pillola del giorno dopo non va presa con leggerezza, perché è un farmaco abortivo", è la convinzione della dottoressa D'Atri, "ognuno può fare quello che vuole, ma per me quella pillola è un abortivo e la contesto per motivi morali", ha detto anche Passarello. E il presidente dell'Ordine di Lucca ne è convinto: "Non c'è stata nessuna omissione, ma rientra nel diritto dei farmacisti, ribaditi da una recente determina dell'Aifa, di informare le donne su un uso corretto e responsabile di questo farmaco, specie nel caso di minorenni". Obietta il presidente della Commissione regionale di bioetica Alfredo Zuppiroli: ", né appellarsi all'obiezione di coscienza". Prevista non a caso, sottolinea Zuppiroli, "solo per i medici implicati in pratiche abortive, mentre qui è il gioco in diritto della persona ad essere assistita in ogni situazione, senza che il farmacista faccia valere le sue personali considerazioni". La Commissione di bioetica, intanto, sta valutando se dedicare all'argomento pillola del giorno dopo la sua seduta del prossimo 19 febbraio.