Commissione Pari Opportunità, le associazioni scrivono ai consiglieri comunali
Una lettera aperta per le Pari Opportunità. Dopo l’approvazione in Giunta del regolamento che porterà alla nascita della “Commissione per le Pari Opportunità tra uomini e donne”, le associazioni trapanesi CIF, FIDAPA e UDI, hanno scritto una lettera aperta ai consiglieri comunali.
Secondo le associazioni che difendono i diritti delle donne, ci sono numerosi problemi nel regolamento approvato dalla Giunta, sebbene l’iniziativa venga definita lodevole nelle intenzioni. Le criticità nascono dalla «poca conoscenza di termini come “mainstreaming” ed “empowerment” che sono alla base delle politiche di genere».
Nel dettaglio sono cinque i punti sottolineati. Il primo riguarda la composizione eterogenea con uomini e donne. «La Commissione P. O., in ottemperanza alle linee guida EU Gender Action Plan 2021-2025 pubblicato dalla EU il 24/11/2020, varate dalla FEMM, è composta – scrivono le associazioni – esclusivamente da donne. Forse varrebbe la pena seguirle, in un’ottica di modernità ed europeismo, essendo linee fondate su studi di genere importanti. Crediamo sia bello e importante immaginare una società paritaria, dove le differenze siano arricchimento. Dove non serviranno le quote rosa, le leggi Del Rio sulla rappresentanza di genere nelle Giunte, il linguaggio ed i bilanci di genere, le controfavole per combattere gli stereotipi. Ma questa società paritaria è ancora molto lontana».
Il secondo tema riguarda gli obiettivi, troppo difformi tra loro. «Pari Opportunità non significa mettere tutti sullo stesso piano. Si fa confusione tra democrazia paritaria e democrazia ugualitaria».
Le associazioni poi sottolineano che è «incomprensibile la motivazione per cui la Segretaria della Commissione debba essere nominata dall’Amministrazione ed essere un dipendente comunale, rispetto alle mansioni indicate nel regolamento: è un atto che ha il sapore del “controllo”».
Infine, CIF, FIDAPA e UDI ritengono «che debbano essere invitate permanenti anche le consigliere comunali, una in rappresentanza di ogni gruppo consiliare, per garantire pluralità e trasversalità della Commissione» e che «l’accezione di equilibrio di genere non può seguire la definizione della Legge Golfo/Mosca, ma deve ambire ad una vera parità non ad una rappresentanza per quote».
In conclusione, le associazioni auspicano una collaborazione più attiva con l’apertura di un tavolo di confronto con le associazioni femminili, le consigliere comunali tutte, i sindacati e una esperta per poter elaborare un regolamento che abbia una reale utilità.