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Cina, un uomo condannato a risarcire l'ex moglie per i lavori domestici

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Quanto vale il lavoro di una mamma a tempo pieno? In queste ore sui social media cinesi il dibattito è furioso. A scatenarlo, una sentenza inedita per la Repubblica Popolare: una corte di Pechino, in una causa di divorzio, ha stabilito che il marito dovrà pagare alla ex moglie, casalinga a tempo pieno, un indennizzo di 50mila yuan, circa seimila euro. La coppia era sposata dal 2015 e la donna, cognome Wang, si era dedicata alla cura dei bambini e alla gestione delle faccende domestiche. Solo su Weibo, il Twitter cinese, l’hashtag relativo alla notizia ha avuto 440 milioni di visualizzazioni e migliaia di commenti. E al centro della discussione, oltre alle questioni legali ed economiche, c’è anche il ruolo delle donne in Cina, spesso ancora discriminate sul piano familiare e professionale.

 

Ad aiutare la signora Wang ad ottenere la compensazione è stato il nuovo Codice Civile, entrato in vigore all’inizio dell’anno e considerato da molti un passo in avanti per il riconoscimento dei diritti personali in Cina. Il giudice ha citato l’articolo 1088, secondo cui “quando un coniuge è aggravato da compiti addizionali di educazione dei figli, accudimento degli anziani o assistenza dell’altro coniuge nel suo lavoro, ha il diritto di ricevere una dovuta compensazione nella causa di divorzio”. Così, oltre a un assegno di mantenimento di 2000 yuan al mese, circa 250 euro, e alla divisione paritaria dei beni familiari, la donna si è vista anche assegnare un indennizzo di 50mila yuan per il suo impegno domestico. Fino ad oggi questa compensazione veniva riconosciuta solo in caso di accordo prematrimoniale tra le parti.

 

Sul web molti utenti hanno elogiato la sentenza come una svolta nella tutela delle donne. In Cina, dove i valori familiari restano molto tradizionali, è frequente che le mamme lascino il lavoro per dedicarsi all’educazione dei figli, concepita come un lavoro a tempo pieno. Secondo l’Ocse le donne cinesi dedicano in media quattro ore e mezza al giorno ad attività domestiche non retribuite, due volte e mezza in più rispetto ai mariti, una delle distribuzioni dei carichi più sbilanciate a livello mondiale. Il problema diventa ancora più grave in caso di divorzio, visto che le mogli si trovano fuori dal mercato del lavoro. Non è raro poi che i beni familiari di maggior valore, in particolare la casa, siano intestati solo al marito.

 

Diversi utenti però hanno fatto notare che la cifra riconosciuta alla signora Wang è del tutto inadeguata: 6mila euro, in una città dal costo della vita molto alto come Pechino, equivalgono allo stipendio annuale di una ayi, una delle “ziette” che le famiglie della classe medio-alta ingaggiano per sbrigare le faccende domestiche e accudire i bebè. Altri ancora, soprattutto donne, sostengono a ragione che il vero passo in avanti sarebbe spartire più equamente il compito dell’educazione dei figli tra moglie e marito. Un problema sempre più pressante in Cina, dove le donne si trovano di fatto a scegliere tra la carriera e la famiglia. Anche per questo il numero di matrimoni e il tasso di natalità stanno precipitando. In pochi, o meglio in poche ritengono che la situazione possa cambiare a breve. Nell’attesa, c’è chi in Rete consiglia alle donne di lasciarsi sempre aperta “una via d’uscita”, nel caso il matrimonio fallisca.

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