Violenza su donne, Ankara esce da convenzione Istanbul
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20 marzo 2021La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul, un trattato del 2011 voluto dagli stati membri del Consiglio d'Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne. La Convenzione di Istanbul impone ai governi di adottare una legislazione che persegua la violenza domestica e gli abusi, nonché lo stupro coniugale e le mutilazioni genitali femminili.Nel 2012 la Turchia era stato il primo paese a ratificare il documento, col sostegno dall'AKP, guidata dall'attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan. La convenzione è poi entrata in vigore nel 2014, ma mai realmente applicata secondo la piattaforma civile "We Will Stop Femicide Platform " (Noi fermeremo i femminicidi). Sette anni dopo arriva la revoca, il ministro per la famiglia Family, Zehra Zumrut Selcuk è arrivata a sostenere che i diritti delle donne sono comunque già garantiti nella legislazione.
La convenzione non ha avuto vita facile in Turchia, avversata dai settori più conservatori e più legati all'islam oltranzista che non hanno mai cessato di sostenere che la Carta danneggi l'unità familiare, incoraggi il divorzio e i suoi riferimenti all'uguaglianza verrebbero strumentalizzati dalla comunità Lgbt. In un momento in cui la popolarità del presidente è in netto calo tutti i voti servono, anche quelli degli estremisti.
La violenza domestica e il femminicidio sono un grave problema in Turchia, secondo il gruppo per i diritti "We Will Stop Femicide Platform" l'anno scorso sono state uccise 300 donne. Un movimento di supporto alla convenzione espresso in rete attraverso l'hashtag #istanbulconventionsaveslives, (la Convenzione di Istanbul salva vite) priomette di dare battaglia al governo e di portare la decisione di uscire dalla convenzione davanti alla Corte Costituzionale del Paese.