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Flashmob in piazza Borsa a Treviso: "#CorsaAlRecovery Pronti, partenza, via"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Le attiviste del giusto mezzo si sono riunite domenica 18 aprile alle 11.00 in Piazza Borsa, a Treviso – in contemporanea con Roma, Milano, Torino, Firenze e Parma - per dar vita al flashmob  “#CorsaAlRecovery Pronti, partenza, via” : le attiviste e gli attivisti hanno “corso” l'ultimo miglio verso il Next Generation EU. Il Giusto Mezzo chiede che i fondi vengano utilizzati per interventi strutturali volti a creare servizi quali asili nidi e tempo pieno, ad introdurre un congedo di paternità di cinque mesi, ad allargare l'offerta di cura per anziani e disabili, all'abolizione del gender pay gap e ad agevolare l'accesso al credito. È stato simulato fisicamente l'inizio di una gara tra atleti e atlete, con l'obiettivo di evidenziare le differenze di genere in termini di vantaggio competitivo già alla partenza. La speaker, ha letto delle frasi per determinare il posizionamento ai blocchi di partenza di cinque uomini e cinque donne, che si sono riposizionati, quindi, in base alle discriminazioni che vivono ogni giorno: da «se hai un posto di lavoro, fai un passo avanti», passando per «se hai dovuto lasciare il lavoro perché non puoi permetterti un posto al nido per tuo figlio, fai un passo indietro», fino a «se non ti sei mai sentito discriminato sul lavoro fai un passo avanti». Il risultato è stato un plastico disegno della situazione in Italia oggi, dove le donne iniziano ogni giorno la propria corsa qualche blocco più indietro degli uomini.

Ha preso quindi la parola la scrittrice e giornalista Jennifer Guerra che, attraverso numeri e fatti ha raccontato come la disparità di genere affligga la società, rendendola un posto in cui la crescita e il miglioramento sono più difficili per tutti.  Sono quindi intervenute le voci delle attiviste: Francesca ha parlato di come sostenere il Giusto Mezzo significhi sostenere i diritti di tutti, donne e uomini, come nel caso delle scarse tutele dei possessori di partita iva. Giulia ha racconto il privilegio di essere una donna istruita che lavora e di come questo privilegio prima fosse accompagnato solo dalla sofferenza e dalla rabbia per ingiustizie sociali e lavorative, mentre ora, facendo parte del Giusto Mezzo si è trasformato in lotta e speranza per un mondo più giusto e più riconoscente degli sforzi che tutti, uomini e donne, compiono ogni giorno. Linda ha parlato della difficoltà di occupazione delle donne, della mancanza di servizi per le famiglie, della necessità di un congedo di paternità obbligatorio di 5 mesi e ritiene, come sostiene il GM, che il 50% Recovery Fund debba essere destinato ad eliminare il divario di genere, perché "se deve fare un debito che pagherà sua figlia - che è la Next Generation EU - vorrebbe che fosse per ottenere una giusta società". Valentina ha raccontato, tramite la sua esperienza, quanto sia difficile lavorare in un ambiente che è da sempre prevalentemente maschile, quanto sia frustrante non essere considerata quanto e come vorrebbe: tutto questo potrebbe cambiare se le donne cominciassero ad avere le stesse opportunità lavorative e uguale stipendio a parità di mansioni dei colleghi uomini. Sono infine intervenuti anche dei partecipanti spontanei, che si erano uniti alla piazza festante e magenta, e che hanno dimostrato tutto il loro sostegno agli obiettivi del Giusto mezzo.

Ad oggi, ed è giusto ricordarlo, ci vorranno 135,6 anni ad ottenere la parità di genere. I fondi del Next Generation Eu sono una incredibile ed unica possibilità affinché almeno i nipoti dei nostri nipoti possano iniziare a intravedere una società più equa e giusta, ma anche più ricca: secondo una stima della Banca d'Italia, se tutte le donne lavorassero il Pil aumenterebbe del 7%. Le richieste del Giusto Mezzo permetterebbero a tutti di iniziare la propria corsa dallo stesso blocco di partenza: domenica 18 aprile, lo abbiamo chiesto, ancora una volta nelle piazze, nelle strade e dalle nostre case, rivolgendoci ancora una volta a Palazzo Chigi, ma anche a tutti coloro che credono in questa battaglia e vorranno firmare la nostra petizione sul sito www.ilgiustomezzo.it.

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