Recovery Plan, occorrono più investimenti nell'occupazione al femminile
Un recovery plan più al femminile. È quanto scrivono in una lettera indirizzata al Governo oltre 40 organizzazioni e personalità mobilitate nella campagna “Donne per la salvezza”. “La via maestra per aumentare l’occupazione femminile è un massiccio investimento nelle infrastrutture sociali: asili nido, servizi sanitari territoriali, strutture per l’assistenza di anziani, disabili, soggetti bisognosi, voucher universali per la cura, attività e servizi di contrasto alla violenza contro le donne, compresi centri antiviolenza e case rifugio", scrivono. "Le risorse per gli asili nido al momento non coprono neppure il 33% dei bambini. Lo stesso piano Colao, troppo frettolosamente accantonato, proponeva il 60% di copertura. Sono almeno 5 i miliardi necessari per l'assistenza di ad anziani e disabili, mentre i fondi per l'imprenditoria femminile andrebbero almeno triplicati, rispetto a quelli stanziati fino a oggi (800 milioni di euro)”. Le associazioni (tra queste, Politiche di genere Cgil, Coordinamento Pari opportunità Uil, Dipartimento pari opportunità ALI, Gruppo Donne Imprenditrici Confimi Industria, Le Contemporanee, Soroptimist International d'Italia, Fondazione Marisa Bellisario, Rete per la parità, Se Non Ora Quando - Libere, Human Foundation, Associazione Donne Banca d'Italia, Ucid Coordinamento Donne, GIO- Osservatorio Interuniversitario di Genere, Assist Associazione Nazionale Atlete, Ewa- European Women Alliance, Women in Film, Television & Media Italia; EWHR- European Women for Human Rights, Telefono Rosa - Torino; Leads - Donne leader in Sanità; Avvocati per i Diritti Umani; Agi - Associazione Giuriste Italiane sezione europea) chiedono “non solo di essere informate sull’evoluzione del prossimo PNNR, ma di essere inserite tra i soggetti con i quali l’esecutivo da coinvolgere nell’analisi e nella verifica delle proposte da presentare in sede europea”. “L'occupazione femminile deve crescere. Siamo ultimi in Europa per occupazione delle giovani dai 25 ai 34 anni e penultimi per altre fasce di età. Maternità e genitorialità devono assumere un valore sociale, potenziando i congedi di paternità e aumentando la copertura dei congedi parentali - si legge nella lettera - Per consentire scelte strategiche fondate è necessaria la valutazione ex-ante ed ex-post sull’impatto di genere delle diverse misure. Se l’Italia ha avuto la quota più alta in assoluto dei fondi europei è anche perché ritenuta meritevole di aiuti “speciali”, date le numerose fragilità che presenta. Tra queste, c’è la diseguaglianza di genere”. “Alla vigilia della presentazione del Pnrr, sono alte le aspettative delle donne per un Piano che, secondo le indicazioni europee, dovrà porre le basi per un rapido assorbimento del divario di cittadinanza tra uomini e donne in ordine al lavoro, all’accesso al credito, ai sostegni all’imprenditoria, alla partecipazione ai corsi di laurea e alle professioni Stem”, concludono le associazioni.