News / Politica / Comune di Napoli, Osservatorio sul fenomeno della violenza sulle donne in commissione Cultura
Comune di Napoli: Osservatorio sul fenomeno della violenza sulle donne, il contributo della commissione Cultura Nella riunione della commissione presieduta da Elena Coccia è stata esaminata la delibera di Giunta comunale 184 del 7 maggio scorso che ha previsto l’istituzione di un organismo collegiale competente sulla materia della violenza di genere. La commissione, che ha ascoltato oggi i contributi di Rossana Ciambelli, presidente dell’associazione “Terra di Lei”, e di Stefania Cantatore, portavoce della sezione napoletana dell’Unione Donne Italiane, tornerà a riunirsi sul tema con la partecipazione dell’assessora alle Pari Opportunità, Lucia Francesca Menna, e della commissione competente per la stessa materia. Non solo la delibera 184 dello scorso 7 maggio, a firma dell’assessora alle Pari Opportunità, Lucia Francesca Menna, ma anche tutto quanto la città offre in termini di contrasto alla violenza di genere, insieme alla valutazione delle posizioni assunte dal Comune a livello nazionale nella mobilitazione contro questo fenomeno sempre più diffuso. Questo il tema al centro della riunione di oggi, ha chiarito la presidente Coccia, che ha dato poi lettura dell’atto deliberativo che, in premessa, parte dall’art. 3 dello Statuto del Comune di Napoli, che fa riferimento all’impegno contro le discriminazioni; per diffondere la cultura della crescita sostenibile fondata sui diritti delle donne e sulla loro tutela, viene istituito l’Osservatorio comunale sul fenomeno della violenza sulle donne, con compiti di monitoraggio e di individuazione di azioni e strategie coordinate con le altre istituzioni territoriali e di protocolli condivisi per rendere sempre più incisive le azioni a tutela delle donne e di prevenzione della violenza. Numerosi i componenti, istituzionali e in rappresentanza di centri antiviolenza, case di accoglienza e associazioni femminili, esperti e rappresentanti delle Forze dell’Ordine, che lavoreranno a titolo gratuito e saranno nominati con decreto del Sindaco.
Per Stefania Cantatore, portavoce dell’UDI di Napoli, è evidente la questione della mancanza del linguaggio al femminile nelle questioni istituzionali: anche nella delibera, a proposito di rappresentanti delle associazioni femminili, si è utilizzato il termine declinato al maschile. Quanto all’Osservatorio, la sua istituzione appare come un fatto solo formale, a fronte di una realtà evidente a tutti: la crescita del fenomeno della violenza sulle donne, relativa non solo ai femminicidi, ma a tutti gli episodi violenti che li precedono. In aumento, inoltre, i casi di violenza sulle donne anziane, vittime dell’abbandono delle istituzioni. Un tema su cui manca la prevenzione, e che ha già portato, dall’inizio di quest’anno, alla morte “annunciata” di sette donne. Più in generale, manca una vera attività di prevenzione in senso ampio, in particolare sul tema del reddito di libertà per le donne esposte alla violenza, una misura decisa dalla Regione Sardegna e a favore della quale il Comune di Napoli non si è mobilitato; un’assenza che peserà nelle decisioni della Regione per una misura molto importante per la quale vanno appostati fondi dedicati. Manca ancora la consapevolezza che la violenza contro le donne non è solo quella che viene dal compagno; basti pensare alle prostitute che vengono uccise dai clienti e non dai compagni, un aspetto di cui non si parla mai.
Rossana Ciambelli, presidente dell’associazione “Terra di Lei”, ha condiviso le osservazioni sulla necessità di sostegni economici per le donne, ricordando l’impegno per il reddito di cura, un aspetto che vale come riflessione sia in questo periodo di pandemia sia, più in generale, per la consapevolezza che il doppio lavoro delle donne nella cura delle fragilità presenti in famiglia non viene riconosciuto, condizionandone la libertà e le scelte. La speranza è che l’Osservatorio, a differenza di quanto spesso succede, non resti un organismo di facciata, ma possa essere utile a sviluppare il contatto con il territorio; purtroppo, molte esperienze hanno dimostrato che questi organismi non riescono a funzionare perché mancano sia una vera formazione sul tema della violenza, sia la conoscenza di quali siano le necessità per un vero contrasto alla violenza. Sarebbe utile che l’Osservatorio monitorasse ogni aspetto della violenza sulle donne, che riguarda tanti ambiti, come il sessismo nel linguaggio e nella pubblicità, che trasmette un messaggio di donna oggetto, e come la discriminazione lavorativa e salariale. Infine, occorrerebbe una forte presenza delle associazioni di donne in questi organismi, perché il tempo che esse dedicano a questi temi è molto ampio, ed è prezioso il contributo alla conoscenza che possono fornire.
Federico Arienzo (Partito Democratico) ha chiesto se le associazioni siano state preliminarmente coinvolte dall’assessora nella redazione del documento. Cosa non avvenuta, ha osservato la presidente Coccia, e che fa il paio con il mancato coinvolgimento delle commissioni consiliari; un aspetto da criticare e che priva la città della ricchezza di esperienze forti che si sono contraddistinte nell’impegno su questo tema. Secondo la presidente, ipotizzare un organismo formato da 19 persone significa creare un organo elefantiaco che avrà difficoltà di funzionamento e che vedrà la partecipazione di molte figure forse non utili. Nel corso di un’altra riunione, con la partecipazione dell’assessora Menna e della commissione Pari Opportunità, sarà approfondita la riflessione sull’argomento, in attesa, nel frattempo, delle osservazioni che perverranno dalle associazioni femminili.
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