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Fvg sempre più inclusivo, ma il Covid pesa su donne e bambini

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

La pandemia ha peggiorato le condizioni di donne, bambine e bambini in tutte le regioni italiane, dal punto di vista dell’inclusione economica, sociale, educativa. Il Friuli Venezia Giulia fa eccezione rispetto al panorama nazionale, dove esistono ancoragrandi disparità tra regioni. Nella classifica di inclusione di donne, bambine e bambini, al primo posto troviamo infatti Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige ed Emilia Romagna, mentre sono fanalino di coda le Regioni del Sud, in particolare la Sicilia. Ma anche due Regioni del Nord, Piemonte e Liguria, non garantiscono sufficiente inclusione.

Sono questi i principali risultati della seconda edizione del Rapporto “Mai più invisibili: donne, bambine e bambini ai tempi del Covid-19 in Italia”, presentato da WeWorld.

"Il Friuli Venezia Giulia si conferma regione rispettosa dei diritti di donne e bambini - afferma il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga -, con ottimi indicatori di inclusione: un risultato di cui andiamo fieri ma che non fermerà l'impegno e l'investimento su queste due componenti fondamentali della nostra società. Coglieremo le indicazioni di WeWord come stimoli a lavorare ancora di più sul contrasto delle violenze, sui progetti culturali per contrastare gli stereotipi di genere, su un'offerta scolastica che riduca al minimo la povertà educativa. L'educazione, la salute, l'economia sono settori su cui agire perché donne e bambini possano esercitare in concreto i loro diritti: non basta promuovere norme - conclude Fedriga - ma è compito delle istituzioni creare le condizioni per una società che consenta benessere e piena espressione di libertà e talenti a donne e bambini".

Le regioni virtuose segnate dall'effetto Covid

Rispetto al 2020 non vi sono cambiamenti di rilievo nella classifica generale. Le prime quattro regioni si confermano le stesse. Tuttavia si registra un peggioramento generale dell’Indice: escluso il Friuli-Venezia Giulia (il cui valore migliora), le altre 3 regioni (Trentino-Alto Adige/Südtirol, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta) ottengono un valore inferiore all’anno precedente. È certo che gran parte di questo arretramento sia dovuto agli effetti del Covid-19. Se infatti si guarda all’indicatore aggiunto in questa edizione per tener conto della pandemia, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige/ Südtirol, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta/ Vallée d’Aoste e Lombardia sono le regioni con il numero maggiore di casi positivi al Covid-19 sul totale della popolazione.

Povertà: in Calabria i minori a rischio sono quattro volte di più che in Fvg

La violenza contro le donne e i bambini/e ha conseguenze gravi non solo sui diretti interessati, ma sulla società intera. Tali effetti hanno anche un peso economico: WeWorld ha stimato che la violenza contro le donne costa allo Stato 17 miliardi l’anno, in termini di cure sanitarie, spese giudiziarie, mancata produttività delle donne vittime di violenza, ecc. (cfr. WeWorld, 2013). La forma più estrema di violenza contro le donne è il femminicidio. Sebbene nell’anno della pandemia gli omicidi volontari commessi in Italia siano scesi ai minimi storici, tuttavia su 271 casi ben 112 sono femminicidi17. Di questi 66 sono stati commessi da partner e ex partner (Direzione centrale della polizia criminale, 2021). Un dato confermato da Istat (2021a), secondo cui nel 2019 le donne sono state uccise nel 61,3% dei casi dal partner attuale o dal precedente e nel 22,5% dei casi da un familiare (inclusi figli e genitori).

Analizzandone l’andamento, nel 2020 l’incidenza maggiore si è registrata durante il primo lockdown – 61% a marzo – per diminuire nei mesi successivi e risalire a novembre al 59% (Direzione centrale della polizia criminale, 2021). Nei primi tre mesi del 2021 sono già 14 i femminicidi avvenuti in Italia. I costi economici e sociali della violenza ricadono anche sulle nuove generazioni, in un fenomeno chiamato trasmissione intergenerazionale della violenza. Bambini/e vittime di violenza18, subiscono conseguenze sulla salute fisica e mentale nel breve e nel lungo periodo, e avranno maggiori probabilità di riprodurre o subire comportamenti violenti una volta adulti (cfr. WeWorld, 2019). La violenza contro i bambini e le bambine non avviene solamente in ambito domestico; altre forme di violenza sono le punizioni corporali, il bullismo, la pedofilia, lo sfruttamento sessuale e lavorativo, le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati19. Volendo fotografare il rischio per i bambini e le bambine di essere vittime di violenza è utile fare riferimento alla condizione di povertà o esclusione sociale. Infatti, essere a rischio povertà o esclusione sociale espone maggiormente a varie forme di violenza, anche quella intra-familiare.

Nel 2018, in Italia 3 bambini su 10 (ovvero oltre 3 milioni) erano a rischio povertà o vivevano in condizione di esclusione sociale (Eurostat, 2020; indic. 12), con marcate differenze regionali (in Calabria i minori a rischio sono 4 volte di più che in Friuli-Venezia Giulia). Purtroppo, a causa degli effetti della pandemia, ci si aspetta che questo dato possa crescere in maniera significativa.

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