Una poesia dal cestino per difendere i diritti delle donne
Il presidio è stato accompagnato da un’ “azione poetica”: l’estrazione di una poesia da un cestino al ritmo di tamburo. Il collettivo “Non una di meno” si è riunito ieri mattina a Lunetta, in piazza Unione Europea, in occasione del 43esimo anniversario della legge 194/1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza. Una legge che all’articolo 9 prevede l’obiezione di coscienza dei medici, diffusa in alcune regioni con picchi dell’80%. Secondo le referenti del collettivo mantovano la legge non viene applicata pienamente: «Nella nostra provincia le interruzioni vengono fatte ad Asola e a Pieve di Coriano, da anni non al Poma di Mantova» dicono. «La stessa legge – proseguono – prevede un potenziamento dei consultori familiari che però negli ultimi due anni sono diminuiti di numero, così come le figure professionali di ginecologa, ostetrica, psicologa e assistente sociale». Il collettivo lamenta soprattutto la scarsa presenza di ginecologhe a Mantova e provincia: «L’attività ambulatoriale si è notevolmente ridotta, il consultorio giovani in città è aperto pochi giorni a settimana e la ginecologa è presente una sola giornata al mese», mentre «anti abortisti e movimenti no gender stanno imponendo la loro idea di sessualità, famiglia e ruolo della donna». Non mancano altri ostacoli, come la complessa somministrazione della pillola abortiva Ru486. —
G.S.