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Inclusione a scuola è anche questione di parole. Non c'è l'alunno "diversamente abile" ma "con disabilità"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Nei giorni scorsi il Professor Luigi D’Alonzo (Ordinario di Pedagogia Speciale presso l’Università Cattolica di Milano e Presidente della SiPeS) ha fatto pervenire presso la Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, una lettera nella quale pone l’accento sul concetto di disabilità e di come a l’uso inappropriato di alcuni termini possa ledere la dignità umana, facendo riferimento ad alcuni principi della Convenzione dell’ONU del 2006 in tema di disabilità.

Riportiamo parte della lettera:

In questi anni abbiamo capito molte cose ed in particolare si è intuito come il rispetto della dignità della persona sia un prerequisito indispensabile per poter agire e favorire processi educativi e didattici per ogni allievo presente a scuola. La dignità della persona si promuove, però, anche attraverso il corretto utilizzo delle parole. In alcuni territori scolastici della Regione Lombardia per riferirsi agli allievi con disabilità si utilizza spesso il termine DVA (diversamente abile), una sigla che a mio avviso è molto lontana da quella cultura inclusiva di cui tutti dovremmo essere orgogliosi. L’uso di questo termine, oltre a non essere rispettoso della dignità delle persone, risulta improprio. Le persone con disabilità sono diverse e hanno abilità differenti come tutti; sono uomini e donne, ragazze e ragazzi, bambini e bambine che hanno dei deficit più o meno gravi più o più meno evidenti. L’allievo con disabilità, come recita la convenzione ONU, è ‘persona con disabilità “.

Il Professor Luigi D’Alonzo ha inviato questa sua lettera facendo riferimento alla comunità lombarda ma ci sentiamo di estendere questo suo pensiero a tutto il territorio italiano, in quanto il termine DVA sovente è utilizzato per indicare gli alunni con disabilità seppure l’Italia sia uno dei paesi che a livello internazionale si sia contraddistinto per l’impegno profuso affinché avvenisse l’inclusione scolastica e fosse abbattuta ogni barriera per gli studenti disabili. Ricordiamo che in Italia la legge 517 /77 abolì le “classi speciali” per gli alunni svantaggiati, consentendo a tutti gli alunni in situazione di handicap di accedere alle scuole elementari e alle scuole medie inferiori, attivando gli strumenti necessari per adempiere a tale obbligo: insegnanti di sostegno specializzati, numeri di alunni per classe non superiore a venti, interventi specialistici dello Stato e degli Enti Locali.

Se l’attenzione all’uso delle parole è indubbiamente un ulteriore sollecitazione alla totale integrazione e rispetto dei soggetti con disabilità, va anche sottolineato l’impegno affinché vengano tutelati i diritti dei soggetti con disabilità.

Strategia sui diritti delle persone con disabilità 2021-2030

Nel marzo 2021 la Commissione europea ha adottato la strategia sui diritti delle persone con disabilità 2021-2030. Partendo da quanto aveva già stabilito la precedente strategia europea sulla disabilità 2010-2020,  l’Europa prosegue un percorso senza barriere e verso l’emancipazione delle persone con disabilità affinché possano godere dei loro diritti e partecipare pienamente alla società e all’economia. A dispetto dei progressi compiuti nell’ultimo decennio, le persone con disabilità affrontano ancora notevoli ostacoli e presentano un maggiore rischio di povertà ed esclusione sociale.

L’obiettivo della nuova strategia è compiere progressi per garantire che tutte le persone con disabilità in Europa, indipendentemente dal sesso, dalla razza o dall’origine etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dall’età o dall’orientamento sessuale, possano godere dei loro diritti umani avere pari opportunità e parità di accesso alla società e all’economia essere in grado di decidere dove, come e con chi vivere circolare liberamente nell’UE indipendentemente dalle loro esigenze di assistenza non essere più vittime di discriminazioni.

In linea con quanto stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, e con la Legge 3 marzo 2009, n. 18 il Parlamento ne ha autorizzato la ratifica e il relativo protocollo opzionale sottoscritto dall’Italia il 30 marzo 2007) e in particolare con riferimento all’ art. 1:“Scopo della presente Convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità”; la nuova strategia, prende in carico tutte le diverse disabilità, comprese le minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine, spesso invisibili.

Le azioni di intervento previste, sono rivolte a diversi settori e con molte priorità tra cui:

  • l’accessibilità: la possibilità di circolare e soggiornare liberamente, ma anche di partecipare al processo democratico
  • una qualità di vita dignitosa e la possibilità di vivere in autonomia, poiché si concentra in particolare sulla deistituzionalizzazione, sulla protezione sociale e sulla non discriminazione sul luogo di lavoro
  • la parità di partecipazione, in quanto mira a proteggere efficacemente le persone con disabilità da qualsiasi forma di discriminazione e violenza, a garantire pari opportunità e accesso per quanto riguarda la giustizia, l’istruzione, la cultura, lo sport e il turismo, ma anche parità di accesso a tutti i servizi sanitari
  • il ruolo dell’UE nel dare l’esempio
  • l’intenzione dell’UE di fare della strategia una realtà concreta
  • la promozione dei diritti delle persone con disabilità a livello mondiale.

La Commissione sosterrà gli Stati membri nella definizione delle strategie e dei piani d’azione nazionali per l’ulteriore attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e della legislazione dell’UE in materia.

La nota

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