"Viviamo in un mondo maschilista"

Se è vero che la bellezza sta nella semplicità, Keira Knightley è certamente l’emblema di questa filosofia: intervistata da Harper’s Bazaar, l’attrice britannica si presenta con vestiti casual, salutando i vicini di casa nel quartiere a sud di Londra, mentre dalla mascherina sbucano gli occhi di una ragazza sveglia e con i piedi ben piantati a terra. Così a terra che, quando si presentò a Parigi durante la prima campagna di Coco Chanel, pensò che i vestiti nel guardaroba della sua stanza d’hotel non fossero suoi e chiamò in reception per avvertire del disguido; la risposta la fece sognare come una moderna Cenerentola, perché i vestiti firmati Chanel erano lì per lei.

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E oltre a raccontare vissuti personali ed episodi della carriera cinematografica, Keira non perde occasione ancora una volta di fronteggiare temi scottanti e impegnati, come i diritti delle donne e la persistente misoginia che regna nel mondo dello spettacolo e sul luogo di lavoro. Femminista fin da bambina, Knightley ha quasi sempre portato in scena personaggi d’indole forte e carismatica, come l’indimenticabile Lizzy Bennet in Pride & Prejudice, l’iconica scrittrice francese Colette, e più recentemente l’attivista Sally Alexander in Misbehaviour. Un carisma che traspare anche dalle forti accuse che muove nei confronti dell’universo maschile.

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“È davvero deprimente”, commenta l’attrice senza mezzi termini riguardo a tutte le precauzioni e accortezze che ogni donna deve avere ogni giorno per salvaguardare se stessa. E tutto ciò è talmente tanto consuetudinario che lo si fa senza neanche pensarci, come un abitudine. “Che si tratti di un palpeggiata o di una minaccia qualunque da parte di un uomo, non conosco una sola donna che non ne sia stata vittima almeno una volta…“, l’accusa di Keira è pesante ma quanto mai vera.

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Faccia angelica e tempra d’acciaio, Keira Knightley sembra un’eterna bambina, ma in realtà – memore dei caratteri anticonformisti e trasgressivi da lei portati sullo schermo – è una donna ben radicata nelle sue convinzioni e nelle sue certezze. L’attrice britannica mette infatti in discussione tutte le falle del sistema presenti nel mondo lavorativo, come la disparità salariale e lo sfruttamento dell’immagine femminile nel contesto cinematografico. “La carriera numero uno al mondo, l’unica in cui una donna può guadagnare più di un uomo è quella di modella. O fare la prostituta. E questo dice tutto quello che c’è da dire alle giovani donne. Il modo in cui appari è più importante di quello che hai da dire o di quello che pensi. E questo è il mondo in cui viviamo ancora oggi” : well said, Keira.