L'Ungheria vieta per legge la "promozione dell'omosessualità ai minori", ma in che senso scusate?
Photo credit: ATTILA KISBENEDEK - Getty Images
Brutte notizie dall'Ungheria e proprio nel mese del Pride. Del resto che il premier Viktor Orbán stia conducendo una vera e propria guerra ai diritti della comunità LGBT+ (e pure delle donne) è cosa, ahinoi, già nota da parecchio. Il Primo Ministro conservatore (e decisamente autoritario) al potere da 10 anni ha, tre le altre cose, vietato alle persone transgender la possibilità di modificare i loro documenti, ha respinto la Convenzione di Istanbul e ha introdotto un emendamento alla Costituzione per limitare il matrimonio all’unione tra un uomo e una donna e di fatto vietare l’adozione alle coppie omosessuali. Tutto questo sostenendo di voler "rafforzare la protezione delle famiglie ungheresi e la sicurezza dei nostri bambini". Martedì il Parlamento ungherese ha approvato l'ennesima legge omofoba contro la "promozione dell'omosessualità ai minori", ma che cosa significa esattamente?
La legge paragona di fatto l’omosessualità alla pedofilia e impedisce di affrontare temi legati alla comunità LGBT+ in contesti pubblici dove siano presenti dei minori. La proposta era stata presentata (of course) proprio dal partito di estrema destra di Viktor Orbán che detiene la maggioranza assoluta nel Paese. Lo scopo di facciata è quello di tutelare i bambini dalla pedofilia, ma di fatto fa sì che i minori non possano entrare in contatto né con associazioni legate alla comunità LGBT+ né con informazioni che riguardino l’omosessualità o la possibilità intraprendere un percorso per la riassegnazione del sesso. Con questa legge - che, come riporta Il Post, è stata paragonata a quella contro la "propaganda gay" approvata in Russia nel 2013 - sarà possibile vietare tutta una serie di contenuti per ragazzi qualora facciano riferimento alla comunità LGBT+: dai libri scolastici e non, alle campagne pubblicitarie, alle bandiere, fino a film o telefilm.
Photo credit: Thomas Trutschel - Getty Images
Il partito di Orbán mira a demonizzare l'omosessualità dipingendola come un comportamento deviante e pericoloso al pari della pedofilia. Nel presentare il disegno di legge, infatti, ha accusato alcune associazioni di voler "influenzare lo sviluppo sessuale dei bambini" attraverso "cosiddetti programmi di sensibilizzazione e campagne anti-discriminazione che possono danneggiare gravemente il loro sviluppo fisico, mentale e morale". La legge ha visto forte opposizione da parte di organizzazioni per i diritti civili sia nazionali che internazionali. La commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha definito le argomentazioni del partito "fuorvianti e false", Amnesty International ha fatto notare come la legge vada contro i diritti dei minori mettendo in pericolo i ragazzi omosessuali o trans e svariate organizzazioni hanno firmato una lettera aperta e organizzato una petizione per chiedere al Parlamento di non approvare la legge. Eppure, nonostante lo scorso lunedì più di 5000 persone si fossero riunite davanti al Parlamento per protestare, la legge è passata con ben 152 voti favorevoli su 199. "Un giorno buio per i diritti LGBT+ e per l'Ungheria" ha commentato il portavoce di Amnesty nel Paese. Non ci resta che far sentire le nostre voci, scendere in piazza nei Pride delle nostre città e urlare ancora più forte anche e sopratutto per chi si vede negato il diritto di esistere e amare.