“Aborto è diritto umano”: voto in Parlamento Ue/ Rapporto Matic: cos’è e cosa prevede
Sarà una giornata campale quella di oggi in Parlamento Europeo dove è previsto il voto sulla mozione introdotta dall’europarlamentare croato Predrag Fred Matic (socialdemocratico) per chiedere a tutti gli Stati Ue di riconoscere l’aborto come «prestazione sanitaria essenziale» e soprattutto come «diritto umano». Nel “silenzio” pressoché totale dei media, impegnati nelle sfide “etiche” sui colori arcobaleno, le leggi LGBTQ in Ungheria e il nostrano scontro Vaticano-Ddl Zan, il tema dell’aborto torna di strettissima attualità presso il Parlamento Ue dopo che già a fine 2020 venne pesantemente contestata da Bruxelles la legge in Polonia che di fatto poneva fortissimi limiti alla pratica dell’aborto.
In quel caso l’Europarlamento approvò una risoluzione in cui contestava la legge di Varsavia che impedisce l’interruzione di gravidanza anche nei casi di gravi e irreversibili (come malformazioni fetali), dicendo «Mette in pericolo la vita delle donne»; la Lega votò con la Polonia in quell’occasione, mentre oggi la tematica si ripropone con un voto ancora più divisivo e dal forte connotato etico-morale. Se la maggior parte dei Paesi europei si dice pronta ad accettare tale mozione, così non avviene in diversi Paesi del blocco Est: Polonia, Ungheria, Slovacchia, con quest’ultima che il 17 giugno scorso ha già approvato una risoluzione contro la mozione Matic «che viola la regola della sussidiarietà e oltrepassa i poteri del Parlamento europeo».
COSA DICE IL RAPPORTO MATIC SULL’ABORTO
La mozione dal titolo per estero ”La situazione della salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti nell’Ue” introduce così: «La salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti rappresentano una delle questioni chiave nell’ambito della discussione sui diritti umani e sono inscindibili dal conseguimento del diritto fondamentale alla salute, nonché dal conseguimento della parità di genere e dell’eliminazione della violenza di genere», così si legge nella motivazione che prelude alla relazione Matic che l’Europarlamento è pronto a votare in giornata «sulla situazione della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell’Ue, nel quadro della salute delle donne». In commissione il testo ha avuto pieno sostegno di molti partiti dell’emiciclo – Popolari, Socialisti e democratici, Liberaldemocratici, Verdi – e va ricordato che non avrà valore di legge vincolante, in quanto la tematica è competenza piena degli Stati membri: di contro, si tratta di un voto importante in quanto potrà “influire” e condizionare indirettamente le attività legislative dei parlamenti nazionali per non parlare dell’opinione pubblica. La mozione definisce anche l’obiezione di coscienza come «negazione all’assistenza medica» mentre ogni discorso critico verso l’aborto viene definito «campagna di disinformazione»: il rapporto Matic esorta poi i Paesi Ue a «rimuovere le barriere che attualmente impediscono alle donne l’interruzione di gravidanza; tali impedimenti sarebbero di fatto «i lunghi periodi di attesa», «la negazione delle cure mediche basata sulle convinzioni personali dei dottori», «la necessità di consulenze o di autorizzazioni di terzi».
LE REAZIONI E GLI APPELLI
Durissima la reazione della Chiesa e delle associazioni pro-life a macchia di leopardo in tutta Europa: «Non esiste un diritto ad abortire. La vita umana, anche quella non ancora nata, possiede una propria dignità e un proprio diritto sin dal concepimento. Pertanto chiediamo al Parlamento Europeo di adottare una risoluzione in cui si stabilisca il diritto di tutte le donne alla continuazione alla gravidanza e quindi di ricevere gli aiuti e le protezioni necessarie perché il loro figlio possa essere accolto», spiega all’AgenSir Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al Rapporto Matic, «risulta inoltre pericolosa la negazione del diritto all’obiezione di coscienza prevista nel Report. Questa sì che sarebbe una grave violazione di una libertà fondamentale». Per l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, «L’aborto è sempre una violazione del diritto umano fondamentale alla vita, tanto più ripugnante in quanto riguarda la vita delle persone più deboli e del tutto indifese. Si tratta quindi di una manifestazione della più ingiusta discriminazione». Pur non essendo vincolante, la mozione Matic è «eticamente insostenibile», attacca la Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione Europea (Comece), «Un intervento medico di una tale portata non può e non deve diventare una pratica normale: qualificarlo come servizio essenziale degrada il bambino non nato. Il bambino non nato ha il diritto umano alla vita». Per Miriam Sciberras, presidente della Malta Life Network Foundation «Questo rapporto è una proposta radicale, inquadrata nel linguaggio dei diritti delle donne, ma che cerca di minare le libertà fondamentali in molti Paesi europei oggi. Colpisce frontalmente il diritto alla libertà di espressione, il diritto alla libertà di coscienza, il diritto alla libertà di religione, il diritto dei genitori come primari educatori dei figli e, soprattutto, il diritto alla vita per tutte le persone». Interessante sarà capire la posizione che terranno i gruppi italiani, nei giorni “caldissimi” sul tema dei diritti civili (LGBT e razzismo) e con uno scontro già in atto con la Santa Sede per la formulazione del Ddl Zan.
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