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Arabia Saudita, rilasciate due attiviste dopo tre anni in carcere

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Le attiviste per i diritti delle donne Samar Badawi e Nassima al-Sada sono state rilasciate. Lo ha reso noto il Gulf Centre for Human Rights. Le due donne restano "osservate speciali" e saranno sottoposte a durissime restrizioni. Erano in carcere dal 2018. Al-Sada ha lavorato come giornalista per la testata on line Juhaina. Ha portato avanti per diversi anni campagne per i diritti civili e politici, i diritti delle donne e quelli della minoranza sciita della Provincia orientale dell’Arabia Saudita. E' stata arrestata con l'accusa di aver comunicato con gruppi all'estero che Riyad ritiene ostili. Badawi è diventata nota per aver sfidato il sistema che relega le donne alla subalternità. E' finita in carcere per aver denunciato prima il padre, nel 2010, e poi le autorità che le negavano la patente di guida, nel 2018, quando ancora per le donne vigeva il divieto di guidare. Entrambe sono diventati i volti di diverse campagne di Amnesty International, che proprio sulla base della detenzione di diverse attiviste per i diritti delle donne, aveva contestato la presidenza dell'Arabia Saudita per il G20 del 2020. Le due attiviste sono state scarcerate, ma godranno di una libertà dimezzata. Saranno sottoposte a diverse restrizioni, tra cui di lavorare, utilizzare i social e lasciare il Regno. Il loro rilascio segue quello di Loujain al-Hathloul, arrestata nel maggio 2018 per aver sfidato il divieto di guida, scarcerata lo scorso 10 febbraio.

FRANCO

bella foto ...non si vede un cazzo . che gente!

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EBM

che progresso vs la democrazia hahahahah

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mondo

In carcere dal 2018 per aver sfidato il regime maschile del regno saudita, lasceranno la cella ma resteranno in libertà condizionata, con durissime restrizioni.

Le attiviste per i diritti delle donne Samar Badawi e Nassima al-Sada sono state rilasciate. Lo ha reso noto il Gulf Centre for Human Rights. Le due donne restano "osservate speciali" e saranno sottoposte a durissime restrizioni. Erano in carcere dal 2018.

Al-Sada ha lavorato come giornalista per la testata on line Juhaina. Ha portato avanti per diversi anni campagne per i diritti civili e politici, i diritti delle donne e quelli della minoranza sciita della Provincia orientale dell’Arabia Saudita. E' stata arrestata con l'accusa di aver comunicato con gruppi all'estero che Riyad ritiene ostili.

Badawi è diventata nota per aver sfidato il sistema che relega le donne alla subalternità. E' finita in carcere per aver denunciato prima il padre, nel 2010, e poi le autorità che le negavano la patente di guida, nel 2018, quando ancora per le donne vigeva il divieto di guidare.

Entrambe sono diventati i volti di diverse campagne di Amnesty International, che proprio sulla base della detenzione di diverse attiviste per i diritti delle donne, aveva contestato la presidenza dell'Arabia Saudita per il G20 del 2020.

Le due attiviste sono state scarcerate, ma godranno di una libertà dimezzata. Saranno sottoposte a diverse restrizioni, tra cui di lavorare, utilizzare i social e lasciare il Regno.

Il loro rilascio segue quello di Loujain al-Hathloul, arrestata nel maggio 2018 per aver sfidato il divieto di guida, scarcerata lo scorso 10 febbraio.

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