LAVORI IN CORTO 8 - Tre serate di proiezioni a Torino
Sono stati oltre un centinaio commenta il presidente dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema, Vittorio Sclaverani i lavori che abbiamo ricevuto allo scadere del bando a met giugno. Davvero tantissime opere, e molto interessanti, di autrici e autori under 35 da tutt'talia che hanno declinato con la loro sensibilit la molteplicit delle tematiche legate ai diritti umani attraverso il linguaggio audiovisivo. Siamo felici e soddisfatti di questampia risposta su un tema sempre attuale quanto urgente e confesso che l'alta qualit dei lavori ha reso non facile, con il nostro staff di selezione composto da Daria Basso, Valentina Noya, Giorgio Bono, Stefano Darchino e Marco Sandrone, la scelta di selezionare 5 lavori fuori concorso e 7 in concorso.
Aprire uno sguardo dichiara il coordinatore e responsabile della selezione del concorso, Marco Sandrone su quelle realt umane e sociali che vengono sistematicamente omesse da qualsiasi racconto stata la sfida lanciata ai giovani autori con il tema di quest'anno, una necessit gi inderogabile resa ancora pi urgente dalla straordinariet dellattuale periodo storico. Dai campi profughi palestinesi in Libano (Zaytun - Fuori campo, Assomoud - House of the resilient children) ai centri per la difesa dei diritti delle donne in Messico (En camino Messico, machismo e nuvole), passando per la rotta balcanica dei migranti (Umar) e per la devastazione della Valle Roja (Source), l'invito a restare umani assume sempre un significato attivo, un incitamento alla solidariet concreta come autentica espressione di umanit e di libert. Libert di amare (Libert), di conquistare la propria indipendenza (Diciotto), di vivere la propria vita con dignit. Attraverso gli occhi dei nostri giovani autori, il programma di questa ottava edizione si propone di restituire uno sguardo ampio sul presente, sul tema dei diritti e del sostegno reciproco. Una finestra sulla realt che forse, aperta dai ragazzi di oggi, potr mostrarci anche un pezzetto del domani.
La maratona di proiezioni inizia luned 12 luglio alle 21.30 presso Comala (C.so Ferrucci 65/A), uno di centri del protagonismo giovanile pi vitali della citt, che ospita la proiezione dei cinque film fuori concorso e lintroduzione di Mauro Carazzato del Gruppo Emergency Torino.
Si prosegue marted 13 luglio alle 21.15 nell'ampio cortile della casa di quartiere Cascina Roccafranca (Via Rubino 45) con la prima serata di proiezioni dei film in concorso. Infine, mercoled 14 luglio alle 21.30 si conclude il ciclo all'Arena Monterosa (Via Brandizzo 65) con il secondo slot di film in concorso e la premiazione finale.
Ogni appuntamento arricchito da brevi pillole video dedicate ai diritti curate da Amnesty International Piemonte e Valle dAosta.
Tutte le proiezioni sono a ingresso libero fino a esaurimento posti nel rispetto delle norme anti Covid-19.
La giuria di Lavori in Corto composta dal Presidente Stefano Francia di Celle, storico del cinema e Direttore del Torino Film Festival, Maria Elena Delia, amica e collaboratrice di Vittorio Arrigoni, a cui dedicato il concorso quest'anno, in rappresentanza della Fondazione Vik Utopia Onlus, Marcella Filippa, Direttrice della Fondazione Vera Nocentini, Carmen Riccato, Direttrice del Disability Film Festival, Paola Ramello di Amnesty International Italia, Halah Mohammed Mohsen, giornalista e attivista per i diritti umani yemenita, Barbara Sassano, formatrice della Fondazione Montessori Italia e da Vittorio Canavese, socio dell'AMNC e consigliere nazionale dell'Associazione Italiana Formatori.
Tre sono i premi in palio:
>il Primo Premio Armando Ceste con un valore di 1.000 Euro, offerto da Nova Coop, la cooperativa della grande distribuzione>il Gran Premio della Giuria, dedicato quest'anno a Vittorio Arrigoni, con un valore di 600 Euro>il Premio assegnato dalla Fondazione Montessori Italia al miglior film che tratter i diritti dell'nfanzia, con un valore di 600 Euro
Restiamo Umani, sottotitolo di questa ottava edizione di Lavori in corto, dedicato all'attivista per i diritti umani e reporter Vittorio Arrigoni, a dieci anni dalla sua scomparsa, per ricordare ladagio con il quale Arrigoni concludeva i suoi articoli dalla Palestina