BARI (ITALPRESS) – “Dobbiamo superare ancora una serie di discriminazioni che riguardano anche le donne, guardare avanti, formarle, specializzare le loro attitudini e comprendere che, se agiamo per eliminare quei contrasti che ci sono nel momento in cui si vengono a determinare le discriminazioni, allora l’economia, la società, la civiltà della nostra umanità funzionano meglio”. La presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone si è sempre spesa per garantire i diritti delle donne, soprattutto per garantire le pari opportunità tra i sessi. E lo ha ribadito anche oggi, a Bari, in occasione del convegno “Per un approccio intersezionale alle politiche di genere: realtà associative a supporto di nuove misure sulla parità”, promosso dalla Fondazione no profit Global Thinking Foundation, in collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia della Regione Puglia e con il sostegno del Consiglio regionale pugliese.“Stiamo lavorando sulla legge sulla parità salariale, – ha ribadito la Capone – che vorremmo portare presto in commissione in aula, in modo tale da generare anche questa nuova opportunità per le donne di essere trattate nello stesso modo degli uomini. Lo dicevano i padri costituenti ma ancora oggi non è realtà e noi dobbiamo sforzarci di farla diventare realtà”. Un problema che però è culturale innanzitutto, così come vuole raccontare la mostra intitolata “Libere di…VIVERE”, realizzata da Global Thinking Foundation in collaborazione con l’Anonima Fumetti e che mette in evidenza la graphic novel, la collana intitolata “Voci di Donne da infiniti universi”, ispirata da testimonianze di vita vissuta raccolte dagli sportelli della Fondazione operanti sul territorio e da vicende storiche portanti nella lotta all’emancipazione femminile. 16 opere sulla violenza economica che propongono l’interpretazione della violenza economica.“Sulla cultura bisogna intervenire, abbattendo gli stereotipi che spesso attengono alle funzioni. – ha rimarcato la presidente del consiglio regionale – Chi l’ha detto che le donne non sono brave nelle materie scientifiche? Ma dobbiamo aiutarle ad emergere perché purtroppo secondo uno stereotipo ci sono funzioni che sono solo degli uomini. Ma non è così e abbiamo visto come con la capacità che hanno le donne di determinarsi, studiare e diventare attive riescono a raggiungere eccellenti risultati. Così come un papà è importante che si prenda cura dei propri figli tanto quanto la mamma. Se questi ruoli sono condivisi questo è un bene non solo per quella famiglia ma per tutta la comunità. E allora questo vuol dire che bisogna incidere per esempio anche sui congedi per i papà, che bisogna abbattere lo stereotipo culturale secondo cui se un uomo fa il papà diventa “il mammo”. No, fa il papà. Sono stereotipi culturali non sono solo appartenenti ad un determinato tipo di società e noi dobbiamo intervenire per aiutare le persone a liberarsi di questi stereotipi”.(ITALPRESS).